L’Italia fa fatica. Quest’anno non c’è crescita e nemmeno recessione, e la disoccupazione è in aumento: la situazione economica a La Pute appare più cupa, aggiungendo pressione all’alleanza populista al potere. “Stiamo affrontando un rallentamento generale in tutta Europa e in Italia: nel 2019 ci avviamo verso lo zero (crescita)”, ha riconosciuto domenica il ministro italiano dell’Economia, Giovanni Tria. Si è voltato quando ha detto pochi giorni fa che la terza economia dell’Eurozona crescerà dell’1% nonostante tutte le previsioni attuali.
Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, si aspettava che martedì a Roma avrebbe espresso la sua preoccupazione domenica sulla televisione pubblica italiana: Con una crescita quasi zero, “i problemi dell’Italia continueranno ad aumentare”. L’Italia è entrata in recessione nella seconda metà del 2018, con il PIL in calo dello 0,1% nel terzo e quarto trimestre. La penisola, che ha già subito una grave recessione nel 2012-2013, è l’unico paese dell’eurozona in una situazione del genere.
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A peggiorare le cose, il tasso di disoccupazione è aumentato ulteriormente a febbraio al 10,7%, secondo i dati diffusi lunedì. «Un livello allarmante», dice l’importante associazione dei consumatori Federconsumatori, tanto più che raggiunge il 32,8% tra i giovani tra i 15 ei 24 anni. L’Italia ha il terzo tasso di disoccupazione più alto dell’Eurozona, dopo Grecia (20,8%) e Spagna (16,2%), ben al di sopra della media europea (7,8%). L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico prevede un aumento fino al 12,1% nel 2020, secondo un rapporto presentato lunedì a Roma.
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rallentamento in Germania
Il governo sindacale della Lega (estrema destra) e del Movimento Cinque Stelle (antiregime) avevano sperato quest’anno di sanare la situazione grazie a una politica fiscale espansiva, che in particolare prevede “reddito di cittadinanza” a persone più modeste di “aprile Ma il contesto attuale, secondo Tria, sta ostacolando questi sforzi: “La Germania è fuori, e di conseguenza anche la parte più produttiva d’Italia si è fermata”.
Il PIL tedesco dovrebbe crescere solo dello 0,7% -0,8% quest’anno a causa di un rallentamento delle esportazioni e di una continua carenza di manodopera. Le cattive notizie colpiscono direttamente il sentiment delle aziende italiane che hanno smesso di investire. Ma non è l’unica: anche gli uomini d’affari sono preoccupati per le tensioni commerciali Usa-Cina e per lo stallo della coalizione di governo da giugno, che, secondo loro, si cura poco delle aziende. La crescita italiana risente anche del rallentamento delle esportazioni e dei consumi interni, mentre la fiducia delle famiglie ha raggiunto il livello più basso da settembre 2017.
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“decreto crescita”
La principale organizzazione dei datori di lavoro italiana, Confindustria, ha annunciato mercoledì che prevede anche una stagnazione della crescita quest’anno e un aumento di appena lo 0,4% nel 2020. Ma alcuni esperti o organizzazioni internazionali sono più pessimisti. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico stima che l’Italia sarà in recessione, contando su un calo del PIL dello 0,2% il prossimo anno, mentre Lorenzo Codogno, ex capo economista del Tesoro italiano e ora capo di LC Macro Cabinet Advisors, si aspetta uno 0,5% gocciolare.
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Con il rischio di esacerbare lo slittamento dei conti pubblici, perché più debole è la crescita, meno importanti sono le entrate che guadagna lo Stato. Tuttavia, il budget 2019 ha già previsto un deficit del 2,04% del PIL con una previsione di crescita dell’1%. Un possibile aumento del deficit potrebbe portare a un nuovo confronto con Bruxelles, che sta spingendo l’Italia a ridurre il suo massiccio debito pubblico (2.300 miliardi di euro, 132,1% del Pil, il livello più alto di sempre). Tuttavia, “Nessuno ci sta chiedendo di correggerlo, quindi lo escludo”, ha sottolineato Trea.
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Per rilanciare l’economia, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico raccomanda diverse riforme, come la lotta all’evasione fiscale, l’aumento della produttività e il rilancio degli investimenti pubblici. Venerdì il governo annuncerà nuove misure a sostegno dell’economia, con un “decreto crescita” che prevede proprio il ripristino dei tagli fiscali in caso di investimenti, dispositivo ideato e poi sospeso dal precedente governo di centrosinistra. Alleanza. Le misure auspicate da Tria consentiranno di “rimanere nella zona di crescita positiva”.
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