Dall’inizio della nuova pandemia di coronavirus, l’Università Federale del Pará (UFPA) ha implementato le sue procedure accademiche e amministrative e ha fornito assistenza alla popolazione sulla base della produzione scientifica nazionale e internazionale, supportata dalla task force sul nuovo coronavirus. Sulla base di questi riferimenti, l’UFPA ha più volte sospeso le attività personali, le ha riprese in un sistema misto di lavoro, ed ora ha deciso di tornare interamente in aula. Si basava anche sulla consapevolezza che il Consiglio Supremo di Amministrazione dell’UFPA, in data 14/12/2021, chiedeva il passaporto vaccinale per tutti i membri della comunità, misura essenziale per garantire il diritto collettivo alla vita.
Il bollettino del Ministero della Pubblica Istruzione emesso il 29 dicembre 2021 afferma che non è possibile richiedere il permesso di vaccinazione “come condizione per il ripristino delle attività educative in presenza”. Tuttavia, in nessun momento il documento spiega le basi scientifiche per le classi di licenza per le persone che rifiutano di essere vaccinate.
L’università è un’istituzione che produce scienza e sostiene le proprie decisioni nella conoscenza scientifica. Gode inoltre, secondo un principio costituzionale, di autonomia didattica, scientifica, amministrativa e finanziaria e di gestione patrimoniale. È ragionevole attendersi che la società nel suo insieme e, soprattutto, i responsabili delle politiche pubbliche, utilizzino la scienza prodotta nell’università per proteggere la popolazione e non, al contrario, cerchino di impedire all’università di adottare misure adeguate in un scenario pandemico.
Per quanto riguarda la scienza, l’autonomia universitaria e l’impegno per la difesa della vita, l’UFPA continuerà a richiedere agli studenti e al personale di fornire prove della vaccinazione e cercherà di attuare le misure aggiuntive stabilite nella risoluzione 1533/2021 del Consiglio direttivo supremo.
Betlemme, 30 dicembre 2021.
Emmanuel Zagori Torino
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