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Il destino degli ex attivisti dell’estrema sinistra italiana nelle mani della giustizia francese

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La Corte d’Appello della Camera d’inchiesta del Tribunale di Parigi dovrebbe iniziare, mercoledì pomeriggio, 23 marzo, l’esame delle richieste di estradizione inviate dallo Stato italiano nei confronti di dieci ex militanti di estrema sinistra italiani residenti in Francia. Le richieste di estradizione vengono esaminate a due a due, nel corso di cinque udienze che dureranno fino al 20 aprile. Restano possibili ricorsi avanti al Consiglio di Stato e alla Corte di Cassazione. Il presidente Macron e il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, non hanno nascosto la loro intenzione di aderire alle richieste di Roma.

Questi dieci italiani sono arrivati ​​tutti in Francia negli anni ’80 e ’90, in fuga dall’Italia, dove sono stati processati o condannati nei processi degli anni di piombo. Sono stati accolti in Francia in nome di quella che è stata chiamata la “dottrina Mitterrand”, che risale al 1985 e prevedeva la concessione di asilo politico ai militanti che accettavano di abbandonare la lotta armata. Questa dottrina è sempre rimasta orale, senza valore legale.

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Da allora la Francia non si è mai discostata da questa regola, con due eccezioni: Paolo Persichetti, condannato per complicità nell’assassinio del generale Giorgieri, è stato estradato in Italia nel 2002, dove è stato posto in carcere, prima di beneficiare di un regime di semilibertà dal 2008; lo scrittore Cesare Battisti, condannato in contumacia all’ergastolo per quattro omicidi negli anni ’70, era fuggito nel 2004 prima della sua estradizione. Arrestato nel 2019 in Bolivia, è stato inviato in Italia, dove è detenuto.

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Nel 2008 Nicolas Sarkozy aveva rinunciato all’estradizione di Marina Petrella, ex Brigata Rossa, soprattutto a causa del suo stato di salute. Questa decisione ha suscitato incomprensioni in Italia, dove i familiari delle vittime del terrorismo di estrema sinistra chiedono che sia fatta giustizia. Oggi, l’Eliseo assume pienamente questo cambio di posizione dello Stato francese in nome di “l’assoluta necessità di giustizia per le vittime che la Francia stessa, colpita dal terrorismo, comprende”.

File “completamente carenti”

Le richieste di estradizione sono state riprese nel 2019 dall’ex ministro dell’Interno di estrema destra Matteo Salvini. Dopo la sua partenza dal governo, Parigi ha risposto favorevolmente, avviando un dialogo con il governo Conte, accelerato dopo l’arrivo di Mario Draghi nel febbraio 2021.

L’8 aprile 2021 Roma ha inviato le sue richieste di estradizione. Il 28 aprile la polizia francese ha arrestato sette italiani. Altri due sono giunti in questura. Un decimo è stato arrestato a luglio. D’ora in poi, le richieste di estradizione devono passare alla fase giudiziaria, il che non sembra scontato. L’udienza delle domande di estradizione nel merito è stata più volte rinviata. All’inizio di gennaio, la camera istruttoria della Corte d’Appello ha potuto solo rilevare lo stato frammentato e non sufficientemente motivato delle richieste. “I file erano completamente carenti”stimato allora Me Irène Terrel, che difende sette delle dieci italiane.

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