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Anche in Italia mancano le armi prima dell’estate

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Anche in Italia il settore alberghiero e della ristorazione stenta ad assumere o trattenere dipendenti. Il settore impiega circa 350.000 lavoratori stagionali e manca il 40% per la stagione estiva che è già iniziata. Jildaz Mahé ha aperto nel 2014 il “Piazza francese” a Roma, uno stabilimento che riunisce una decina di attività agroalimentari: ristoranti, creperie, panetteria, enoteca, su un totale di 1000 mq. L’azienda impiega 34 persone provenienti da dieci diverse professioni. Jildaz Mahé sta già assistendo a un franco e massiccio ritorno di turisti:

Abbiamo assistito a un enorme afflusso di francesi per un mese e mezzo. I francesi hanno riscoperto il loro secondo amore, venendo a trascorrere un weekend a Roma. Questo vale anche per tutti i grandi Paesi che amano viaggiare, i Paesi del Nord, dell’Est Europa. Ci sono molti polacchi a Roma in questo momento. I ristoranti sono pieni ma la qualità del servizio è peggiorata molto.”

La pandemia c’è stata e alcuni di questi dipendenti si sono convertiti ad altri lavori meno restrittivi in ​​termini di condizioni di lavoro. Alcuni sono andati all’estero, in particolare in Francia, attratti da stipendi migliori:

“Ho amici a Saint-Tropez che hanno reclutato italiani che lavorano sodo quando ne hanno voglia e che hanno l’oro nelle loro mani. Hanno scoperto che c’era una fuga di cervelli lì. Ha dieci anni. E lì, è il fuga delle mani d’oro”.

Jildaz Mahé e la figlia Morgane, direttrice del personale della Carré Français di Roma: "I ristoranti sono pieni ma la qualità del servizio è diminuita molto" (Foto CHRISTOPHE GOUAZE)

L’altra spiegazione è il reddito di cittadinanza, una sorta di RSA all’italiana, nata appena tre anni fa, quando fino ad allora in Italia non c’era il salario minimo.

“C’era finalmente una capacità di resistere tranquillamente grazie a questo reddito, osserva il francese. E quando è stato necessario rimettere al lavoro le persone secondo i vecchi standard, quindi con uno stipendio ben al di sotto degli standard francesi, hanno fatto i loro calcoli e sono rientrati nei luoghi di lavoro della ristorazione solo che avevano stipendi ben al di sopra del reddito minimo.

A ciò si aggiungono problemi di allenamento e orari sconnessi, a tarda notte e nei fine settimana. Vista la crisi, i datori di lavoro italiani si sono detti pronti a fare una mossa, ma solo a condizione che i costi a carico dei datori di lavoro siano ridotti.

Spicca una regione, la Liguria, intorno a Genova, dove viene offerto un bonus, in parte finanziato dall’Europa, da 2.000 a 6.000 euro, ai datori di lavoro che assumono lavoratori stagionali a norma di diritto del lavoro e in buone condizioni. Il contratto deve durare almeno sei mesi e anche nove, per bar e ristoranti. L’idea è di rendere il settore più appetibile e meno precario, allungando la stagione e migliorando le condizioni di lavoro.

Trovi questa rubrica sul sito, sull’app e sulla rivista di mobilità internazionale francese all’estero.fr

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