Alcuni considerano la Via Francigena un po’ la sorella maggiore di Compostela dimenticata: selvaggia, difficile, insolente, vergine (soprattutto in Francia) e allo stesso tempo assolutamente sublime, magica e abbondante. Céline ha fatto questa lunga passeggiata con il suo giovane figlio, Leandro. Al suo fianco lasciò Langres, nell’Alta Marna.
Tra gli highlights, la scoperta delle gole di Nouailles a Mouthier-Haute-Pierre nel dipartimento del Doubs. Un canyon che raggiunge i 350 metri di profondità. Si entra a piedi e si può uscire solo a piedi.
“Attraversiamo l’altopiano di Levier per 4 chilometri tra la sorgente del Loue a Ouhans e il suo sbocco al livello del torrente Syratu. Questa meravigliosa escursione ci ricollega alla natura selvaggia”.
Un’altra pietra miliare è la salita del Passo del Gran San Bernardo tra la Svizzera e l’Italia, a 2469 metri di altitudine. Questo passo stradale con pendenza molto regolare è molto lungo. Quanti giorni di cammino ha impiegato per attraversarlo?
“Da Martigny in Svizzera – nel canton Vallese – abbiamo arrancato per tre giorni per raggiungere il passo. La Svizzera è un paese pieno della forza e della grandezza di una natura selvaggia! È davvero magico”.
Céline ricorda anche la traversata della Toscana, in Italia, e le vette di Siena. “È come essere là nel deserto, con colline, cipressi e villaggi pittoreschi. E come si dice in inglese: il camino fornisce, il sentiero dà ciò di cui abbiamo bisogno”.
1.500 km di strada, tre paesi attraversati, centinaia di incontri, scambi, avventure. Trova questo diario di viaggio nel libro di Celine Anaya Gauthier, Ciao Pellegrino! Percorso iniziatico di un piccolo uomo sulla Via Francigena, pubblicato pubblicato da Guy Tredaniel.
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