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come la crisi ha cambiato il modo in cui Emmanuel Macron è visto all’estero

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Certo, c’era questo YouTuber italiano alla ricerca del miglior croissant di Parigi, spintonato in mezzo a un corteo di manifestanti. Questo attivista con gli occhiali scuri balla su uno sfondo techno. E questa coppia seduta in terrazza, a sorseggiare tranquillamente un bicchiere di vino rosso davanti al fuoco di Bordeaux, il cui video è stato girato in tutto il mondo, con la parola chiave #BeMoreFrench, una sorta di omaggio alla presunta arte francese di dimostrare . La marea di immagini tratte dalla mobilitazione contro la riforma delle pensioni, diffusa ampiamente sui social da gennaio, ha contribuito ad alimentare uno sguardo divertito, ma anche critico, persino preoccupato sulla Francia tra i nostri vicini europei e americani. . La sequenza ha anche indurito il giudizio espresso sul Paese e sulle sue istituzioni, il 49,3 rimanendo generalmente poco compreso al di fuori della Francia. Soprattutto il suo giovane presidente, adorato a livello internazionale nel 2017, ora sembra suscitare una forma di malinteso.

È paradossalmente tra i nostri più stretti interlocutori europei che il giudizio sull’esecutivo è il più severo. Soprattutto in Germania, dove Emmanuel Macron è stato letteralmente idolatrato nel 2017. Questo presidente, il cui quotidiano liberale Frankfurter Allgemeine Zeitung fece il ritratto composito del politico ideale – “più giovane di John Fitzgerald Kennedy, più liberale di Tony Blair e più europeo di Gerhard Schröder” –, infine dovette riformarsi in una direzione voluta dai tedeschi. La crisi delle pensioni, ancor più di quella dei “gilet gialli”, percepita allora come proveniente da una Francia restia al cambiamento, ha cambiato radicalmente il modo di vedere il capo dello Stato.

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I francesi sono certamente visti ancora come potenziali rivoluzionari, incapaci di accettare le riforme che i tedeschi hanno fatto da tempo. Ma ora è Emmanuel Macron, più che gli stessi francesi, ad essere visto come responsabile della crisi. “Raramente abbiamo visto in Francia un governo che, con tanta ostinazione, si taglia fuori dalla popolazione e cerca con tanta arroganza di scavalcare una legittima opposizione, scrive il quotidiano di sinistra morire Tageszeitungil 6 aprile, in un documento intitolato “Un governo ostinato”. Il conflitto rischia di degenerare in una crisi dello Stato, perché il dialogo non esiste quasi più tra le due parti che contano sulla resa incondizionata dell’avversario. »

“Caricatura”

Dopo l’intervista di Emmanuel Macron al telegiornale delle 13 del 22 marzo, il settimanale progressista Die Zeit scrive che assomiglia sempre di più “la caricatura che i suoi detrattori gli hanno fatto per anni. Un orgoglioso tecnocrate che ha perso la capacità di capire perché suscita così tanta rabbia. Un intellettuale dotato che ha avuto così tanto successo nella sua vita da non poter ammettere il minimo errore”.

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