Gli astronauti sognano la luna, i miliardari fantasticano su Marte e nelle agenzie spaziali gli scienziati aspirano alle lune di Marte. Sono due per essere entusiasti dei vicini della Terra, Phobos e Deimos, che prendono il nome dalle gemelle Afrodite e Ares, dee della mitologia greca.
Nel settembre 2024, l’agenzia giapponese Jaxa, in collaborazione con le sue controparti francese, tedesca, europea e americana, prevede di lanciare la sua sonda MMX in direzione del Pianeta Rosso per raccogliere campioni da Phobos e riportarli sulla Terra. Nella chiave ci sono risposte sull’origine di questi corpi di forme strane e piccole dimensioni (il suo diametro non supera i 30 km). Ma anche, forse, sull’esistenza o meno di una vita precedente su Marte.
Prima di estrarre la roccia sulla superficie di Phobos, dobbiamo rispondere a un’altra incognita: come si atterra lì nelle migliori condizioni? Perché sappiamo molto poco sulla natura del suolo del satellite marziano, perché non abbiamo fatto atterrare nulla lì. Ecco perché prima di inviare la sonda MMX per raccogliere polvere preziosa nel 2027, gli scout testeranno le acque con qualche settimana di anticipo. Il suo nome, Idefix, è stato rivelato martedì al Paris Air Show (Seine-Saint-Denis), durante la firma di un accordo trilaterale tra Jaxa e le agenzie spaziali che hanno sviluppato il robot, la francese Cnes e la tedesca DLR.
Molteplici strizzatine d’occhio
Perché il piccolo rover da 40 cm è soprannominato Obelix Dog? All’inizio era un acronimo, lo chiamavamo Idephix, con pH Per quanto riguarda Phobos: lo sviluppo internazionale dell’esplorazione di Phobos “, afferma Marcus Grinstein, MMX Project Manager presso DLR. La designazione di Idefix come primo robot spaziale del Cnes (Centre National de la Space Studies) può essere vista come un cenno al primo robot francese satellite, Asterix, lanciato in Francia nel 1965.
“E poi c’è l’idea costante: se vuoi fare un programma come questo, devi assicurarti di volerci andare”, dice Stephane Marie, project manager MMX al Cnes. La parola “fix” in inglese significa “risolvere un problema”. Anche portare i campioni a casa non è facile. Non è un caso che il robot che sta attualmente studiando Marte si chiami Perseverance…
I cereali di Phobos dovrebbero essere restituiti nel 2029, due anni prima della data di recupero dei campioni di Marte dalla tanto pubblicizzata missione Mars Sample Return, dalla NASA e dall’Agenzia spaziale europea (ESA). Masaaki Fujimoto, vicedirettore generale per la cosmologia di Jaxa, sottolinea che MMX dovrebbe consentire di conoscere con certezza la fonte di Phobos. Era un asteroide catturato da Marte? O è un pezzo di Marte che è stato espulso dopo la collisione?
Se quest’ultima ipotesi è corretta, allora MMX sarà, in un certo senso, la prima missione di ritorno del campione su Marte, come suggerisce maliziosamente Masaaki Fujimoto. Lo scienziato azzarda persino che se c’è vita su Marte, le tracce potrebbero nascondersi su Phobos. Se non è lui a maledirla, Idefix invece deve prendere parte a una ricerca piena di sorprese…
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