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Strage a Nizza, il killer sbarcato in Italia il 20 settembre è stato arrestato per 3 mesi “Ma su di lui non c’erano allarmi”

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Ventisei atterraggi. Il 20 settembre a Lampedusa sono arrivati ​​253 migranti, tra questi Brahim Aoussaoui, 21enne tunisino, uccisore di Nizza 21 anni che varca per la prima volta le porte dell’Europa. Non ha documenti con sé, ma afferma di essere andato via Tunisia, il Paese nordafricano con cui l’Italia ha un accordo di rimpatrio. Aoussaoui rimane in quarantena per 15 giorni su una nave della Croce Rossa. Sono settimane di polemiche, con il numero degli arrivi alle stelle e dei centri in Sicilia che esplodono. Rivolte e fuga dall’isolamento per contenere le infezioni. Così, il 9 ottobre, con altri migranti, Aoussaoui sbarca a Bari dopo essere stato identificato a bordo. La pratica includerebbe il trasferimento a un CPR e il rimpatrio. In teoria dovrebbe restare in “custodia di polizia” per tre mesi, in attesa di essere rimpatriato in Tunisia. Ma non succede.

Brahim Aoussaoui nella foto scattata durante il suo trasferimento da Lampedusa a Bari

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Invece, si ritrova con una nota di sfratto in tasca, un invito a tornare a casa autonomamente entro sette giorni. E invece Aoussaoui torna in Italia e, come tanti altri, varca il confine con la Francia, a Ventimiglia o Modane. Ed ecco un altro difetto: la mancanza di controllo alle frontiere. Su questi due aspetti saranno ascoltati dal Copasir il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il capo della Polizia Franco Gabrielli. Una questione che, dopo l’assenza di detenzione, rischia di creare forti tensioni con la Francia. A Nizza, Aoussaoui è un fantasma. Da due settimane in Francia non ha chiesto asilo, non è nemmeno registrato dalle associazioni che si occupano di migranti.

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NON RIMPATRIO
L’ingresso illegale “nel territorio nazionale” del killer di Nizza, come dimostrano gli archivi della Questura di Bari, non è giustificato da fuga o persecuzione. Ma a settembre sono arrivate 9.978 persone dalla Tunisia. Troppi per essere arrestati e tutti rimpatriati. Anche i centri di rimpatrio stanno crollando. Per l’Italia il profilo di Aossaoui non è tra quelli di persone da allontanare urgentemente o da arrestare. Come previsto dalla legge. Non ha altri decreti di espulsione ignorati, non ha precedenti penali nel nostro paese e ovviamente non c’è allerta internazionale su questo nome. Sui voli bisettimanali da Roma a Tunisi, 40 passeggeri per ogni imbarco, questo ragazzo di 21 anni non salirà mai. Inoltre non sarà detenuto a Bari per tre mesi. Le scadenze molto ravvicinate ci dicono che nessuna informazione sul suo conto è richiesta nemmeno a Tunisi. Aoussaoui viene liquidato con un ordine di espulsione, un invito a lasciare il Paese da solo. Invece, l’assassino punta a nord.

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Non c’è dubbio che Aoussaoui sia arrivato in Francia illegalmente. Gli investigatori stanno lavorando per ricostruire gli ultimi 20 giorni dell’assassino e verificare quando è passato da Ventimiglia o Modane. E se fosse arrivato a Nizza grazie al “contrabbandiere”, i trasportatori di uomini che hanno fatto affari di viaggi “clandestini”. Qualunque sia il mezzo, la circostanza riapre vecchie e cicliche polemiche con la Francia, che ha sempre accusato l’Italia di non evitare, anzi in certi periodi di favoritismi, la fuga dei migranti dai confini nazionali e il trasferimento attraverso le Alpi. Il numero di rifiuti è noto. Migliaia di persone cercano di attraversare il confine ogni giorno. Solo nell’ottobre dello scorso anno, i migranti bloccati dalla gendarmeria e rientrati in Italia sono stati 1855. L’accusa alla polizia francese di aver attraversato il confine per “lasciare” persone indesiderate ha creato anche una vicenda diplomatica. e porta all’apertura di un fascicolo giudiziario. E ora il massacro di Nizza ridefinirà radicalmente il tema.

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Ultimo aggiornamento: 01:33


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