L’Italia dovrà decidere se rinnovare o meno l’iniziativa Nuove Vie della Seta (Iniziativa Belt and RoadBIS) entro la fine dell’anno, ma il primo ministro italiano Giorgia Meloni si è guardato bene da non avere una posizione definitiva sulla questione.
La Meloni si è guardata dal specificare se il suo governo rinnoverà o meno l’accordo con la Cina, che mira a rafforzare le relazioni politiche e commerciali e comprende decine di accordi tra istituzioni e aziende. A mesi dalla data di scadenza, ha chiarito che il commercio e l’amicizia con la Cina sarebbero continuati, qualunque cosa accada.
“Non credo che le nostre relazioni con la Cina si stiano complicando. Tra Roma e Pechino i rapporti sono antichi e ci sono molti vantaggi reciproci, non solo in campo commerciale”ha dichiarato la Meloni all’ Sole 24 Ore.
Anche la Meloni si trova in una posizione delicata: prima si era fortemente opposta alla firma dell’accordo, ma ora, da Primo Ministro, lavorerà per evitare ogni inutile deterioramento dei rapporti con Pechino.
Il Primo Ministro italiano ha sottolineato che, se è vero che l’Italia è l’unico Paese del G7 ad aver aderito all’iniziativa Nuove Vie della Seta, è anche vero che il suo Paese non è il Paese del G7 o il Paese europeo con i maggiori volumi commerciali con la Cina.
“Non esiste alcun collegamento diretto tra questa firma e i rapporti commerciali”ha precisato la Meloni, sottolineando che in ogni caso il rinnovo dell’accordo sarà discusso in Parlamento e sarà quindi oggetto di discussione tra tutte le forze politiche.
Dopo, “ne parleremo con serenità e amicizia con il governo cinese e sono convinto che i nostri rapporti continueranno ad essere forti”lei ha aggiunto.
Il protocollo d’intesa è stato firmato nel 2019 durante il primo governo guidato da Giuseppe Conte (Movimento 5 Stelle) con la Lega (ID) di Matteo Salvini, oggi alleato della Meloni nel governo, e il ministro degli Esteri Antonio Tajani (Forza Italia/PPE).
Salvini, Tajani e Meloni hanno sempre dubitato dell’accordo e hanno criticato Conte e il Movimento 5 Stelle per la loro decisione.
“Le nostre infrastrutture e la nostra produzione strategica non devono cadere nelle mani degli stranieri, e soprattutto dei cinesi. Questo è il punto di partenza da cui andare avanti”ha detto ad EURACTIV in aprile l’eurodeputato Carlo Fidanza, capo della delegazione della Fratellanza italiana a Bruxelles.
“L’UE ha definito la Cina un ‘rivale sistemico’ e sta lavorando per stabilire relazioni non ostili, anche nel contesto della competizione globale. La scelta verrà fatta tenendo conto di queste due esigenze”ha chiarito.
A richiamare la decisione di aderire all’iniziativa è stato anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, uno dei fondatori di Fratelli d’Italia“improvvisato e straziante”. Spera che il governo possa farlo “fare marcia indietro” senza danneggiare i rapporti con Pechino.
Il mancato rinnovo degli accordi con la Cina potrebbe infatti danneggiare l’export italiano e rendere Roma invisibile agli occhi del presidente cinese Xi Jinping. Rinnovarli, invece, sarebbe una decisione incoerente per gli elettori e imbarazzante per Washington, vista la posizione fortemente atlantista della Meloni.
Tuttavia, i buoni rapporti del Primo Ministro con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sono stati oggetto di numerose critiche, in particolare dopo che una foto scattata durante il G7 di Hiroshima li mostrava mano nella mano.
Questo atteggiamento può sorprendere “coloro che vedono la politica estera come uno strumento per rafforzare il proprio partito”come i leader politici che, “Quando hanno problemi interni, cercano aiuto nei governi politicamente vicini”. Tuttavia, gli Stati Uniti “sono tra i nostri principali alleati, lo sono sempre stati, storicamente e indipendentemente dai cambiamenti di governo”ha detto la Meloni.
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