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Zona arancione: Emilia-Romagna e Veneto minacciate. Quando sappiamo cosa sta cambiando

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Zona arancione: Emilia-Romagna e Veneto minacciate.  Quando sappiamo cosa sta cambiando

Roma, 10 novembre 2020 – Conto alla rovescia per saperne di più sulla nuova mappa dei rischi collegata aEpidemia di coronavirus è già iniziato. E qualcosa cambierà anche prima nuova prescrizione del Ministro della Salute Roberto Speranza chi deciderà quali nuove regioni finirà in aree rosse, arancioni o gialle.

il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro ha già indicato che la situazione in quattro regioni è critica e che il blocco più duro potrebbe aver luogo in queste regioni. Vorrebbero essere Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Veneto e Giulia e Campania. Ma, da quello che apprendiamo, almeno per tre di loro al momento non lo è non è prevista alcuna nuova prescrizione restrittivo da parte del ministero. Le regioni vengono inserite scenario 4 a rischio moderato con alta probabilità di progressione, Brusaferro chiede misure tempestive ma l’esecutivo desidera attendere i risultati del monitoraggio. I dati di ieri hanno prodotto l’area arancione Toscana, Liguria, Abruzzo, Basilicata e Umbria: per ora la situazione dovrebbe rimanere tale. E questo perché i governatori di Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna presto (probabilmente domani) lanceranno a‘ordinanza comunalee questo porterà a un ulteriore giro di vite sulle loro zone gialle. Questo potrebbe essere l’ultimo tentativo per evitare che le impostazioni si deteriorino ulteriormente e le regioni finiscano nell’area arancione o rossa. Sicuroordine di Stefano Bonaccini viene filtrata una certa anticipazione: le misure potrebbero riguardare raduni e mobilità e hanno effetto da venerdì.

A questo punto, la situazione del Campania, quindi ieri si è parlato di estendere le restrizioni fino ad oggi. Lo slittamento, a quanto pare, è legato al riconoscimento dei dati che è attualmente in corso nella regione da parte dei tecnici del ministero. “La decisione è già stata presa ieri, siamo nella fascia gialla”, sottolinea il governatore Vincenzo De Luca.

Bollettino Covid del 10 novembre

E parametri

Per stabilire le fasce di rischio vengono incrociati 21 indicatori. Si va dai nuovi casi settimanali, dall’indice Rt (il numero che identifica quante persone infettano in media una persona infetta), arrivando alla capienza dei letti di terapia intensiva. Altri parametri includono: il numero di campioni prelevati e l’efficienza della raccolta e trasmissione dei dati. Ogni numero ha un peso diverso e il tutto viene elaborato da un algoritmo che poi definisce la situazione di rischio.

Nuove regioni arancioni

Lunedì il ministero della Salute ha annunciato che la provincia autonoma di Bolzano sarebbe in zona rossa. Durante L’Abruzzo, la Basilicata, la Liguria, la Toscana e l’Umbria diventeranno arancioni. La repressione contro queste regioni inizierà domani.

Campania

Roberto Speranza ed i suoi uomini, sulla base dei dati raccolti ed elaborati dal Comitato Tecnico Scientifico, valutano il lascia la Campania, che potrebbe andare direttamente dalla striscia gialla alla zona rossa. Ma attenzione, perché il verdetto non arriverà prima che i tecnici del ministero abbiano finito di riconoscere i numeri in zona. De Luca ha escluso l’ipotesi di uno spostamento di fascia, spiegando che la Regione resta in zona gialla “a fronte del pieno rispetto dei nostri dati ai criteri oggettivi stabiliti dal Ministero della Salute”. E, almeno per ora, non sembra disposto a emanare una nuova ordinanza.

Quando conosciamo le decisioni

Per riassumere, domani probabilmente ne arriverà uno nuovo ordine restrittivo dai governatori di Emilia-Romagna, Veneto e Friuli. Le misure potrebbero entrare in vigore venerdì e mireranno ad arginare la diffusione del Covid, in modo da evitare ulteriori interventi da parte del ministero (con relativo viraggio di colore) quando verranno rilasciati i prossimi dati di sorveglianza della ISS. Nessun ordine o trasferimento di nastri è previsto in Campania, dove però i risultati della relazione dei tecnici operanti nel territorio potrebbero portare a nuovi interventi nei prossimi giorni, anche prima del nuovo controllo dell’Istituto Superiore di Sanità.

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