Durante centinaia di migranti finita in mare nelle ultime ore dopo il canoa con cui stavano cercando di attraversare il Mediterraneo è stato distrutto. Sei di loro hanno perso la vita, inghiottiti dalle onde, incluso uno bambina di soli 6 mesi. I testimoni erano ancora i volontari di Braccia aperte. La segnalazione di un veicolo in difficoltà è arrivata al ONG spagnola al mattino da uno degli aerei di Frontex. La barca, ha detto la Guardia Costiera italiana, era a Sar di Responsabilità libica e l’ONG è stata contattata come “il mezzo più utile al momento”. Giunti nel punto indicato, però, i volontari si sono trovati di fronte ad una “operazione di soccorso molto complicata”: il gommone, racconta Open Arms, con un centinaio di persone a bordo, tra cui pochi bambini e donne incinte, “Aveva ceduto e la gente lo era già tutto nell’acqua, senza giubbotto di salvataggio e dispositivi di sicurezza “.
“Nostro Bagnino Sono in acqua a recuperare un centinaio di persone tra cui bambini e un neonato. La barca ha fallito, ecco cosa succede quando lo fai abbandonare per giorni le persone grande”, ha denunciato l’ONG. “Il gruppo medica aiutare tutti i salvati ”. Un video in cui possono essere visti è stato pubblicato sui loro social network decine di migranti in mare, maggior parte allegato a ciò che resta del gommone su cui viaggiavano e con indosso la giacca avviato da volontari. Altri invece sono supportati da due big galleggia scialuppe di salvataggio lanciate in acqua dai soccorritori mentre alcune, più isolate, si trovano a poche decine di metri dai resti della barca. “Nonostante gli enormi sforzi del team medico, un bambino di 6 mesi è morto a causa dell’affondamento. Avevamo chiesto di lei e di altri casi gravi evacuazione urgente, da completare a breve, ma senza farlo aspettare“.
Secondo le prime ricostruzioni, i migranti erano in mare da circa due giorni a circa 30 miglia a nord della costa libica di Sabratha. Il Presidente di Open Arms Italia Riccardo gatti in un video ha sottolineato che per il momento la Ong opera “da sola”. “Possiamo solo contare i nostri mezzi, che sono due lanci veloci e sei soccorritori: questo ennesimo naufragio dimostra quanto sia necessario soprattutto un’operazione congiunta in mare da parte dei governi dell’UE e l’apertura di corridoi umanitari“.
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