Gli Stati Uniti hanno condotto la loro prima dimostrazione della tecnologia di difesa planetaria. La Cina è chiaramente desiderosa di superare il proprio test. Pechino lavora su questo argomento da diversi anni.
Abbiamo già appreso della missione DART (Double Asteroid Redirection Test), avvenuta nel 2022 sotto l'egida degli Stati Uniti. Presto dovremo affrontare un'altra missione dello stesso tipo, ma questa volta cinese. Pechino vuole anche intraprendere la propria missione di deviazione degli asteroidi, per acquisire competenza nella difesa planetaria.
Un bersaglio con un diametro di 30 metri
E' quanto riporta il bollettino Società del pianeta Nella sua edizione del 2 luglio. Il giornale ha ottenuto un articolo pubblicato sulla rivista Giornale di esplorazione dello spazio profondoChe presenta un progetto di collisione volontaria con un asteroide (2015XF261Il suo diametro è di circa trenta metri. Questo test dovrebbe essere fatto prima del 2030.
La missione, se attuata, consisterà nell'inviare una sonda spaziale nelle vicinanze di 2015 XF261 e nel metterla in orbita. Quindi, si tratterebbe di lanciare un proiettile ad alta velocità sull'asteroide, cosa che avrebbe un effetto sul suo movimento. La sonda resterà a distanza per effettuare osservazioni. Questo è il piano con DART.
La Cina ha già pensato a dare un contributo più significativo alla difesa planetaria. Nel 2023 si parlava di lanciare una missione nel 2025 Mirare al corpo celeste Il suo nome in codice è 2019 VL5. Anche l'asteroide ha un diametro di circa 30 metri. Entrambi sono classificati come oggetti vicini alla Terra perché sono vicini alla Terra.
La difesa del Pianeta Terra dai corpi celesti è un tema che ha acquisito importanza negli ultimi anni. Anche l’Europa è in questa situazione: nell’ottobre del 2024 dovrebbe partire la missione Hera. L'obiettivo è soprattutto confermare i risultati della missione DART della NASA, non ripetere questo test.
La missione DART è riuscita a deviare il piccolo asteroide Dimorphos, e in proporzioni inaspettate. In questo modo è stato dimostrato che il percorso dell'asteroide può essere modificato. La sfida era notevole considerando l’obiettivo (il piccolo asteroide attorno a Didymos è largo 164 metri, ovvero quattro volte più grande di 2015 XF261).
La missione Hera deve migliorare le misurazioni effettuate da remoto su Dimorphos, oltre al lavoro svolto dalla sonda rimasta in orbita. Tutti i dati accumulati verranno successivamente utilizzati in altre deviazioni. Va notato che finora non esiste alcun asteroide che minacci direttamente la Terra nel prossimo futuro.
Il rischio di collisione con il suolo viene generalmente valutato su due scale: Quella Torino E Quella palermitana.
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