Il primo ministro Giuseppe Conte ha preso l'iniziativa mercoledì 30 gennaio, annunciando che il PIL italiano ha registrato una nuova crescita. “restringersi” E nell’ultimo trimestre del 2018. Poi, nella tarda mattinata di giovedì 31 gennaio, l’Istituto italiano di statistica (Istat) ha annunciato i suoi numeri: il Pil è diminuito dello 0,2% negli ultimi tre mesi dello scorso anno. Dopo aver registrato il -0,1% nel terzo trimestre, questo è il secondo trimestre consecutivo di crescita in calo. In altre parole: l’Italia è appena scivolata nella terza fase di recessione tecnica in dieci anni.
Era passata appena una settimana da quando aveva confermato, durante il Forum di Davos, che l'economia italiana era sulla via della ripresa, quando il Primo Ministro italiano ha ricevuto una dura smentita. La sua reazione è stata enfatica nel dire che si trattava di un brutto risultato “transitorio” Lo ha collegato alle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, prima di confermare che un ritorno alla crescita era imminente.
Da parte sua, il vicepremier Luigi Di Maio ha cercato di dimostrare che questi scarsi risultati dimostrano che “ Il Pd non ci ha mai fatto uscire dalla crisi”. Secondo lui, infatti, il governo precedente ha falsificato le statistiche ufficiali per presentare le sue azioni in una luce positiva. Se la situazione economica è peggiorata dall’estate del 2018, ciò ne è la prova “Il fallimento di una classe politica portato a casa dagli elettori il 4 marzo”.
Dubbi politici
Negli ultimi mesi la penisola ha sofferto di una serie di fattori esterni, come le tensioni commerciali e un generale rallentamento economico in Europa. “Quando l’Eurozona starnutisce, l’Italia prende il raffreddore e cade in recessione”.riassume in una nota sull'argomento Lorenzo Codogno, ex capo economista del Tesoro italiano e attuale professore alla London School of Economics.
Ma l'attività è stata minata soprattutto dalle incertezze politiche interne che hanno accompagnato, a fine anno, le trattative del governo Conte con Bruxelles sulla Finanziaria 2019. “Di fronte alle incertezze, molte aziende hanno sospeso o rinviato le loro decisioni di investimento, preferendo aspettare di vedere le cose più chiare: questo è pericoloso per la crescita e l’occupazione”., avverte Luigi Consiglio, presidente di GEA, azienda milanese che sostiene le PMI italiane nel loro sviluppo internazionale. Pertanto, nel terzo trimestre gli investimenti sono diminuiti dell’1,1%, pur rimanendo ancora del 20% al di sotto del livello pre-crisi.
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