Attraverso Scrivere Grenoble
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L’inquinamento atmosferico favorirebbe la circolazione del Covid-19? Questa è la domanda che è stata affrontata all’inizio dell’epidemia, in gennaio 2020, un team di scienziati italiani.
Come spiegato France Blue Isere, con i Grenoblois Jocelyn Chanussot, professore presso Grenoble INP – Ense3 e ricercatore presso il laboratorio GIPSA, hanno così stabilito un legame tra la circolazione del virus e scarsa qualità dell’aria.
C’è un collegamento tra #Inquinamento e la circolazione di #coronavirus nella popolazione? Sembra così. In ogni caso, è quanto suggerisce uno studio recentemente pubblicato da ricercatori italiani, in collaborazione con ricercatori del @GipsaLab.https://t.co/hDjLg9iMPW pic.twitter.com/M0fnUCUZSz
– Clotilde Waltz (@CloWaltz) 19 aprile 2021
Dall’inizio della pandemia, hanno notato un maggior numero di contaminazioni nella regione di Lombardia, molto industriale e quindi più inquinata, che nel resto d’Italia.
Pubblicati all’inizio del 2021, i risultati di questo studio confermano che la Lombardia è stata più colpita dal Covid-19, concentrandosi 40% dei contagi in Italia all’inizio della pandemia.
“Una buona configurazione”
“Il virus atterrerà sulle particelle di inquinamento ed è stato riscontrato che le particelle molto fini avevano una buona configurazione in modo che il virus possa stabilirsi comodamente ed essere trasportato per via aerea”, dettagli Jocelyn Chanussot vicino France Blue.
Soprattutto, il ricercatore aggiunge che queste particelle fini consentono anche al virus di rimanere in vita più a lungo perché lo proteggono dai raggi UV.
Ricorda inoltre che lo studio ha dimostrato che “i gesti di barriera e indossare una maschera giocano un ruolo nella lotta contro la diffusione dell’epidemia”. Conferma anche l’ipotesi che il virus venga trasmesso per via aerea e non da un contatto prolungato.