Di abbigliamento sportivo alla creatività contemporanea attraverso il adattamento, la successione di fatto in Italia sembra assicurato. Lo dimostrano i nuovi talenti italiani che hanno sfilato sulle passerelle milanesi durante la settimana virtuale della moda maschile, che si è chiusa martedì, dove hanno presentato collezioni creative e di qualità, con un occhio puntato su etica e sostenibilità. Una panoramica di questa effervescenza creativa attraverso cinque delle etichette più seducenti di questa stagione: Vaderetro, Federico Cina, Gal, Dalpaos e Numero 00.
Vaderetro, moda calda con un tocco di nostalgia
Vaderetro è una delle belle sorprese di questa Digital Week milanese dedicata alla moda maschile. Fondato nel 2019, questo giovane marchio di prêt-à-porter donna e uomo eco-responsabile sta già dimostrando una grande maturità e amore per un prodotto di qualità, con abiti tagliati con materiali naturali come la seta e il cotone. e modellato da sarti napoletani. Abbigliamento ricco di storia e curato nei minimi dettagli.
I creatori dell’etichetta, infatti, la coppia formata dalla reunionese Hanna Boyer e dall’italiano Antonio D’Andrea, hanno una ricca esperienza con molte case di lusso, per le quali hanno lavorato per un decennio da Londra, dove hanno sede. sono incontrati. Da allora hanno lasciato la capitale inglese e sono sbarcati a Marrakech per un anno per preparare il loro progetto, prima di volare in Italia, dove si sono stabiliti a Milano.
La loro terza collezione per l’autunno-inverno 2021/22 è ispirata alla cultura rom. Svelata lunedì in rete attraverso un cortometraggio intitolato Cartomanzia, presenta un accampamento di zingari in campagna, con roulotte, cavalli e grandi motori. I personaggi di tutte le età vi si trasferiscono con disinvolta eleganza.
Gli uomini sono vestiti con completi con giacche larghe e pantaloni gangster, con camicie bianche ricamate o di maglia fine, che infilano sopra un maglione a collo alto. Un lungo spacco sul retro rivela la fodera rossa di una giacca color bottiglia. Le donne indossano abiti gitani e gonne che arrivano fino ai piedi, tagliate da lenzuola di lana grigia oa righe da banchiere. Giacche tweed, shearling, maglioni jacquard e camicie floreali completano il quadro. Per l’occasione il brand lancia “Vade-recycle”, una capsule collection permanente realizzata con tessuti stock inutilizzati.
Federico Cina, l’arte del bello e del ben fatto
Lo stilista italiano, che ha debuttato nel calendario milanese lo scorso luglio, conferma il suo talento con una collezione di pezzi essenziali dal design pulito, tagliati da splendidi tessuti. Nel menu anche: giacche a zampa, pantaloni fluidi, eleganti trench lunghi, comodi giacconi senza maniche. La tavolozza riprende i toni della natura nei verdi intensi, ruggine e bordeaux oltre a tonalità più delicate.
Il guardaroba, rivolto sia agli uomini che alle donne, dà il posto d’onore alla maglieria. Un poncho a tunica con spacco sui lati mescola brillantemente diverse tecniche di lavorazione a maglia, i colli di lana a coste spessi sono incrostati su giacche o cappotti. Da segnalare anche una serie di superbi maglioni lavorati a mano sui quali si stendono grandi grappoli d’uva, simbolo del marchio che affonda le sue radici nella terra dell’Emilia-Romagna.
Federico Cina, che per questa collezione si è ispirato alle immagini del fotografo Guido Guidi, celebra ancora una volta la sua terra natale ei semplici piaceri della vita di campagna con i suoi pasti domenicali e le passeggiate nei vigneti. In particolare, utilizza il percorso del attraverso Emilia, l’antica strada romana che collegava Rimini a Piacenza, che stampa in nero su camicie, giacche e impermeabili bianchi.
Gall, a capispalla futuristico
Continua la sua esplorazione in albo il brand romano fondato nel 2014, che ha debuttato a Milano durante la prima Digital Fashion Week di luglio capispalla (capospalla, ndr) con i suoi imponenti abiti da combattimento multifunzionali per affrontare un mondo esterno sempre più ostile … ma anche i propri demoni interiori, come suggerito in una nota dai fondatori di Gall, il designer americano Justin Gall e Chiara Nardelli, coppia sul palco e in città.
Come nel video precedente dell’artiglio, l’uomo è immerso nella natura. Questa volta non più in montagna, ma dimenticato in mezzo a un prato che si estende a perdita d’occhio. In una vista ripresa dal cielo, il manichino sdraiato sull’erba sembra un minuscolo puntino perso nell’immensità di un paesaggio quasi travolgente. Sensazione accentuata dalla corsa frenetica dell’uomo, afferrato a sua volta da un soffocante campo di grano, poi da una selva oscura senza via d’uscita.
Con il volto nascosto da un passamontagna o dal cappuccio a collo alto della sua giacca, quello che sembra l’ultimo sopravvissuto del pianeta è avvolto in voluminosi capispalla realizzati con materiali ad alte prestazioni (cotone elasticizzato spalmato, lana vergine, nylon, ecc.).
Il guardaroba è composto da giacche e pantaloni tecnici color bronzo, giacche multitasche in tela kaki non idrorepellente abbinate in spirito camouflage a pantaloni pieni di tasche, regolabili alle articolazioni con cordini. Un piumino nero si estende in un impermeabile, mentre una giacca maglione si estende attraverso estensioni staccabili.
Numero 00, a abbigliamento sportivo design
È arrivata nel calendario milanese a gennaio 2019 l’etichetta continua la sua traiettoria con costanza e coerenza presentando per il prossimo inverno un guardaroba abbigliamento sportivo sia elegante che facile. È un podio virtuale quello che lo stilista e fondatore dell’etichetta, Valerio Farina, ha immaginato per mettere in scena la sua nuova collezione, con modelli, come avatar, che si muovono sotto una tempesta di neve in una passeggiata digitale che li conduce verso le vette. innevate in un lago, lasciando una foresta.
L‘capispalla fa la parte del leone con mantelle antivento, giacche a vento tecniche, cappotti di lana, giacche-camicia o comode felpe in pile con stampa blizzard, mentre i pantaloni in tessuto impermeabile sono dotati di tasche con zip sulle cosce.
In un registro più formale, fatto di pezzi sportivi e basici con dettagli minuziosi, lo stilista propone tute in felpa dai toni pastello che possono essere indossate come divise o costumi destrutturati. Da segnalare anche gli zaini e le borse a banana realizzati in collaborazione con Invicta.
Dalpaos, rilassato e vicino alla natura
Per il suo debutto alla Milano Fashion Week, il marchio unisex eco-responsabile Dalpaos ha svelato un film horror in stile italiano ispirato al lungometraggio americano Il progetto Blair Witch di Daniel Myrick e Eduardo Sanchez, dove tre giovani esplorano un bosco per girare un documentario sulle leggende locali.
Il film, girato da dilettanti, è un po ‘lungo e lento, ma offre al designer Nicola D’Alpaos l’opportunità di presentare le sue creazioni, per la maggior parte capispalla, situazione. Oppure un guardaroba robusto, realizzato con fibre naturali e materiali riciclati, per resistere alle intemperie. La pelle riciclata, in particolare, è onnipresente attraverso i pantaloni, un maxi cappotto decorato con cuciture diagonali e camicie e gilet con tasche tridimensionali.
Denim, outfit in velluto, cappotti in lana, giacche in shearling, maglioni lavorati a mano completano questo guardaroba attento ai dettagli, come questi jeans bordati di pelliccia o questi pantaloni tartan con tasca in pelle a fondo gamba. . Il tutto emerge un certo relax tinto di umorismo, con questi stivali di gomma dipinti a colori vivaci e questo filo di funghi (allucinogeni) dipinto, stampato, applicato o ricamato qua e là.
Dopo qualche anno a Londra, Nicola D’Alpaos è entrato nella moda collaborando prima con artisti, poi creando una collezione di borse e poi prêt-à-porter con il suo brand Dalpaos nato nel 2014, affermandosi dalla ha iniziato il suo impegno per la moda sostenibile.
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