Atene sta osservando con attenzione i rapidi sviluppi in Afghanistan, dove il nuovo ordine di cose che è sorto nella regione capovolge radicalmente i fatti finora noti del fragile stato. All’impossibilità di trasformare il Paese in una “democrazia all’occidentale”, ma anche al ritiro delle forze occidentali a più di vent’anni dal loro ingresso nel Paese, fa seguito una “restaurazione” completa dei talebani, che ora respirano dal completo controllo della capitale, Kabul.
Con questi dati, tutte le rappresentanze diplomatiche del Paese vengono cancellate e rimosse di ora in ora, mentre Paesi con una presenza simbolica nella regione, come gli USA, da ieri distruggono documenti e oggetti con lo stemma, che può essere utilizzato per la propaganda, nella prassi diplomatica consolidata.
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La Grecia è coinvolta anche nella catena di ricollocazione del personale diplomatico avviata nelle ultime ore dagli Stati membri dell’UE, dove si stanno compiendo ardui sforzi per il rimpatrio in sicurezza del personale diplomatico. Secondo il protothema, sebbene la Grecia non abbia autorità diplomatica, ma sia servita dal Pakistan, è in corso una corsa su strada affinché i cittadini afghani che hanno prestato servizio come traduttori nell’esercito greco possano tornare in sicurezza in Grecia, insieme alle missioni diplomatiche europee. .
Dopotutto, Stati Uniti, Francia e altri paesi occidentali hanno già istituito missioni all’aeroporto per assistere all’evacuazione. La NATO sta anche aiutando a mantenere aperto l’aeroporto di Kabul, secondo il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg. “La Nato sta aiutando a mantenere aperto l’aeroporto di Kabul per facilitare e coordinare le partenze”, ha affermato il Paese su Twitter.
Afghanistan: timori di una nuova massiccia ondata di immigrazione
Sebbene nel primo anno Atene coordini il ritorno di individui che hanno collaborato con le forze greche nella regione, ci sono già preoccupazioni su ciò che accadrà nel campo della migrazione, con esperti di questioni diplomatiche ad Atene che si aspettano che la Turchia emerga come paese. Una “diga foranea” per i flussi migratori, con scambi difficili.
Il deputato per il settore settentrionale, George Komotsakos, ha parlato della “sconfitta dell’Occidente” in un commento su Twitter, aggiungendo: “Svegliati per la Grecia. Tra circa un mese, il primo impatto dell’immigrazione sarà visibile nella nostra più ampia regione. .”
Allo stesso tempo, l’Unione europea condivide le preoccupazioni della Grecia e segue da vicino gli sviluppi, come si vede in un’intervista condotta dal vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Choinas, sullo sfondo degli sviluppi in Afghanistan. In un’intervista al quotidiano italiano La Stampa, il vicepresidente della Commissione europea, che ha il compito di promuovere lo stile di vita europeo, ha sottolineato la necessità di raggiungere un accordo tra gli Stati membri dell’Unione, con l’obiettivo di concordare al nuovo. Carta europea delle migrazioni.
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