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Al Père-Lachaise, l'Italia come un libro aperto

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È l'incontro tra un'idea e un luogo. L'idea non poteva che nascere in Italia, il più necrofilo dei paesi. Il luogo non poteva che essere Père-Lachaise, il più frequentato dei cimiteri. Su iniziativa del Ministero degli Affari Esteri transalpino, la Penisola si è impegnata, attraverso i suoi diplomatici – tra cui il console italiano a Parigi – a identificare le celebrità scomparse nella capitale, lontano dalle bel paese. Un libro, L’Italia del Père-Lachaise, pubblicato da Skira in un volume bilingue, offre ora un mausoleo a questi residenti italiani o a quelli di origine italiana, siano essi nati a La Botte o altrove.

Da A come Maria Alboni (1826-1894, cantante) a Z come Achille Zavatta (1915-1993, artista circense) passando per Amedeo Modigliani (1884-1920, pittore), Ivo Livi, detto Yves Montand (1921-1991, cantante e attore), Giuseppe Mustacchi, detto Georges Moustaki (1934-2013, cantante), Willy Rizzo (1928-2013, fotografo), 59 personalità riposano in ordine alfabetico in questa fossa comune di carta patinata. Troviamo anche Lucien Fontanarosa (1912-1975), l'illustratore francese più noto, almeno tra quelli nati prima del passaggio all'euro. Ha realizzato quattro ritratti per le banconote della Banca di Francia: Pascal, Berlioz, Quentin de La Tour e Delacroix.

Un osservatorio delle relazioni franco-italiane

Una nota biografica scritta da altri italiani in Francia o francesi amanti dell'Italia accompagna il loro ritratto e la fotografia del loro cenotafio. La ciliegina sulla tomba: Monica Bellucci, attrice e simbolo dell'italianità, ha scritto anche una breve nota biografica. È dedicato a Maria Alboni, nata come lei a Città di Castello, in Umbria, che trovò riconoscimento e gloria nell'esilio.

“Per l’Italia, Paese di immigrazione che riconosce solo il diritto fondiario, chi è partito resta italiano anche nell’aldilà. » Alberto Toscano, giornalista

“Questa iniziativa è impensabile tra altri due paesi”, si entusiasma Alberto Toscano, corrispondente dalla Francia per diversi giornali peninsulari dal 1986 e autore di Amo la Francia (Armand Colin, 2019), sottotitolato: Da Leonardo da Vinci a Pierre Cardin, questi gli italiani che hanno fatto la Francia. “Gli italiani amano i loro morti, lui continua, e Père-Lachaise è il più bello dei cimiteri. Per l’Italia, Paese di immigrazione che riconosce solo il diritto fondiario, chi è partito resta italiano anche nell’aldilà. Considerata a lungo una vergogna, l'immigrazione trova in questo viaggio della memoria una sorta di sublimazione, poiché in questo catalogo sono rappresentati solo coloro che ce l'hanno fatta. L'esempio migliore è Enrico Cernuschi, che arrivò senza un soldo e morì come un prospero banchiere. »

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