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Alexandre Dumas, foto come partner

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Alexandre Dumas, foto come partner
La regina Margot (La trilogia di Valois 1).  Illustrazione di Alphonse de Nouvel.

Dai cartoni alle illustrazioni, lo scrittore, amico degli illustratori, mantiene un rapporto distinto con l’immagine e la rappresentazione. Un’altra forma di narrazione che serve la sua letteratura come il suo personaggio. “Santa fratellanza nell’arte! » Questa è la formula con cui Alexandre Dumas esprimeva, una mattina presto del 1833, l’entusiasmo suscitato in lui dalla grande festa che aveva appena organizzato. Nella sua generosa supervisione, lo scrittore ha appena dato un grande ballo a Montmartre. Circa 300 ospiti hanno festeggiato lì tutta la notte. L’appartamento, che ha preso in prestito e decorato per l’occasione, da un prestigioso gruppo di pittori amichevoli, ha visto tutto ciò che Parigi ha posseduto da scrittori e artisti. Chateaubriand, Mousset, menti geniali, uomini “seri”, donne un po’ furbe, donne del mondo eleganti o semimondane, vestite o mascherate da lupo, per scrivere quella sera una pagina deliziosa delle notti parigine, crescono nella creazione di sacra amicizia per celebrare insieme e condividere il momento e la vita e la festa.

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Il giorno successivo, ogni stanza ha mantenuto il suo segno, mostrando improvvisazioni “in loco” dei pittori Louis e Clément Boulanger e Louis Godefroy Gadin e dei pittori Alfred e Tony Johannot o Alexandre Gabriel Decamps. Dal famoso scenografo d’opera, Pierre-Luc Charles Ceseri, ai fumettisti Jean-Jacques Grandville e Céléstin Nantueil, tutti hanno indossato la loro sezione del muro. E al termine di questo corteo di artisti, l’amico Eugène Delacroix è arrivato all’ultimo palcoscenico teatrale, dando il suo contributo come una lezione magistrale. Invece nei media, questo episodio festivo mette in mostra un mondo artistico selvaggio che sfida il rigore amido della regalità di luglio e trasmette il senso di arguzia e spensierata provocazione dello scrittore, sottolineando il suo profondo interesse per i narratori visivi, veri compagni della sua letteratura.

Scrittura e pittura in loco

Alexandre Dumas conosce il potere dell’immagine. Dal 1834, durante la pianificazione di un viaggio in Europa, l’autore ha voluto registrare le sue impressioni di viaggio in quaderni illustrati. Chiederà a Louis Godefroy Gadian di accompagnarlo in Italia, inviterà lo stilista Jean-Pierre Moinet in Russia e nel Caucaso e poi, in viaggio verso la Spagna e il Nord Africa, inviterà il fumettista Eugene Giroud. Come il pittore nel suo grand tour, Alexandre Dumas passa in rassegna le rovine di Pompei, eccitato dall’eccitazione fisica dei dipinti di Rubens. Ovunque nutre il suo occhio e i suoi sensi e spegne quella nitidezza che rende visibile e vibrante la sua scrittura. Il suo soggiorno all’estero, mezzo secolo dopo, ricorda quello del pittore Johann Heinrich Füssli, che lo ha preceduto in Italia, e si è nutrito in Gran Bretagna del teatro di Shakespeare che porta nelle sue opere e trae parimenti dalla storia la sua lettura di lui. Lo scienziato. In questo accordo tacito, intellettuale e artistico con i creatori delle immagini, Eugene Delacroix supera gli altri nel rispetto e nell’ammirazione che Alexandre Dumas ha nei suoi confronti. Nel 1860 fece la sua ultima visita prima di recarsi in Sicilia.

I cartoni come alleati

Possiamo dunque comprendere l’intima complicità che Alexandre Dumas mantiene con le arti visive, e con coloro che, da Cham a Henri Mayer, da André Gilles a Hippolyte Miley, tradurranno coercitivamente il suo carattere abbondante, bonhomie de bon vivant e il suo misto negro , da Antenati erano schiavi a Saint-Domingue e aristocratici normanni. L’eccesso non lo spaventa mai. esattamente il contrario. È un provocatore, che incoraggia sempre, sempre con umorismo e distanza, i fumettisti satirici a disegnarlo, mentre si sprigiona il disprezzo contro le idee prevalenti, mentre si prende in giro una società borghese bloccata nelle sue leggi tradizionali e nei suoi costumi ipocriti. Infastidisce i suoi critici e la vitalità intrinseca e insaziabile di questo giocatore d’azzardo, con ego gonfiato, esplosioni d’amore in mostra e successo abbagliante e avventura, seduce, diverte, affascina e fa di lei un nuovo personaggio.

immaginazione ardente

Complicità dell’uomo comune, l’immagine interferisce anche con i suoi testi. I suoi editori, tra cui Jean-Baptiste Villens e Louis-Prosper Dufour, direttori serie EcoConvincilo di questa necessità. Perché, dai giornali economici alle collezioni prestigiose, la letteratura popolare non può fornire il contributo dei pittori. Dopo essere stati serializzati e poi pubblicati nelle edizioni “Reading Cabinet”, i testi vengono poi consegnati a traduttori e incisori. La Casa di Dufour, Mullat e Boulanger pubblicherà in particolare, in 24 volumi, le opere illustrate di Dumas – che saranno riprese nelle edizioni di Kalman Levi negli anni ’70 – dopo aver riunito, come Alexandre Dumas durante la sua festa di ballo a 1833, A Fabulous Flower for Painted Artists, di Paul Gavarny, a Maurice Leloire, da Louis Markle a Edward Watter, da Henry Augustin Valentine a Tony Johannot, accompagnati da un gruppo di incisori che trasmettono e incarnano l’immaginazione domasiana dalle scene ai personaggi. Tra i traduttori che convertono il testo in un’immagine ci sono César Auguste Hébert, Heliodor Besan, Gustave Lister, Auguste Trichon, Auguste Bernard, Louis-Henri Privier, Antoine Biaud, Alphonse Vene, Louis Dujardin…

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Così, completo costruttore e regista teatrale, nella sua vita come nella sua opera romantica, Alexandre Dumas ha saputo carpire gli strumenti della recitazione per toccare l’occhio, la coscienza e la memoria del lettore. A l’instar d’un mytographe, il ouvre, par son récit et son image, les possibles de l’imaginaire et s’amuse, entre cache-cache et m’as-tu-vu, à en sublimer la saveur et le mistero.

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