“An Italian Affair” (Intrigo italiano), di Carlo Lucarelli, traduzione dall’italiano di Serge Quadruppani, Black Metal, 192 pag., € 20,30, digitale € 13.
Il commissario De Luca si era ritrovato con una moltitudine di bizzarri omicidi nel mondo sotterraneo della Bologna del dopoguerra (Geese Street, Gallimard, “Série noire”, 1999). Fu nel rigido inverno del 1953 che troviamo l’uomo che era il fedele servitore del regime fascista all’interno della sua polizia politica. Rimosso dalla polizia, ora opera sotto falsa identità. Questa volta deve aiutare la polizia bolognese a risolvere l’omicidio della moglie di un accademico, annegata nella vasca da bagno dell’appartamento da scapolo del marito. Lo seguiamo nelle sue peregrinazioni nel cuore di una città in rapido mutamento, dove la borghesia è sbattuta nei jazz club e dove le ferite della guerra e ” venti anni “ Mussolinien (1922-1943) non sono ancora guariti.
Dalla notte fascista al rinnovamento democratico
Carlo Lucarelli non mente. Il suo libro è un “Affare italiano” : una borghesia provinciale corrotta, l’ombra dei servizi segreti e dei giochi di influenza ideologica. Lucarelli parla di un Paese all’alba di una nuova storia, che va dalla notte fascista al rinnovamento democratico. Il parmense si sforza di immergersi in questo chiaroscuro da cui, secondo il filosofo marxista Antonio Gramsci, il “Fenomeni morbosi”, mostri. Queste sono le “Cornici nere”, passione dell’autore e filo conduttore del suo lavoro, oltre che attraverso i suoi libri come i suoi programmi televisivi e i suoi documentari. “C’è una guerra, ragazzo mio, dicono che lo sia “freddo“ ma è ancora una guerra, riassume un framework di servizi segreti. E quelli nuovi (…), devono stare da una parte o dall’altra, perché quelli da questa parte e quelli dall’altra li arruolano, li comprano, li uccidono o prevalgono. “