Come possiamo costruire noi stessi di fronte a gloriosi antenati e a una travolgente storia del design? Come trovi la tua strada quando inizi la tua carriera nella terra natale di Ettore Sottsass, Gio Ponti o Gae Aulenti? Nel 2007, il siciliano Andrea Trimarchi e il veneziano Simone Farresin scelgono di lasciare il loro Paese per studiare alla prestigiosa Eindhoven Design Academy, una struttura famosa per il suo approccio concettuale e radicale al design, incentrato sulla ricerca. “Nei Paesi Bassi sentivamo che ci fosse più spazio per i designer della nostra generazione”, spiegano.
Il tandem ha poi aperto lì la loro agenzia, che hanno chiamato Formafantasma (“forma fantasma”, per sottolineare che ciò che conta non è tanto la forma quanto il contenuto). Ma due anni fa la nostalgia si è impossessata dei due uomini, che hanno poi rilevato una vecchia tipografia alla periferia di Milano, “l’epicentro della creazione”, in accordo con loro. Qui Andrea Trimarchi e Simone Farresin continuano il loro lavoro multidisciplinare, a partire dal design di oggetti e mobili dalle linee pulite, come le lampade Wireline per Flos (il loro bestseller), la serie Fold pubblicata da Maison Matisse o le ceramiche per Ginori 1735, in collaborazione con Cassina.
Il duo svolge anche una missione curatoriale per mostre, aiuta aziende come Artek a ripensare la propria strategia nella scelta delle risorse legnose, oppure lancia e organizza simposi, come la conferenza Prada Frames, che affronta il rapporto tra ambiente e design, presentato alla ultime due fiere del mobile di Milano.
Scarti, eccedenze…
“Non sarebbe stato pensabile realizzare questo progetto altrove che qui, a Milano. Non sosteniamo assolutamente il governo ultraconservatore che governa il nostro Paese, ma, per fortuna, troviamo anche oggi, molto più di quando siamo partiti nel 2007, voci diverse e persone di ogni provenienza che continuano a difendere una visione progressista dell’Italia” , dice Andrea Trimarchi.
Tra gli ultimi lavori dei Formafantasma, la mostra “Oltre Terra. Why Wool Matters” – in programma fino al 1ehmOttobre a Museo Nazionale di Oslo (Norvegia), prima di recarsi in altri Paesi –, dedicato all’interdipendenza tra animali (pecore in questo caso), uomo e ambiente: “Il nostro progetto più maturo, pensato dalla A alla Z con designer, artisti, antropologi, pastori e agricoltori. »
Un tema teorico che lo studio di design concretizzerà con la realizzazione di tappeti in lana “sciupare” con l’editore CC-Tapis, ma anche attraverso Tacchini Flock, un programma lanciato in collaborazione con l’editore Tacchini volto a sostituire la schiuma industriale dei divani del marchio italiano con lana di pecora in eccedenza. Un impegno per un design rispettoso del pianeta che a volte li fa sentire un po’ soli in un settore che Andrea Trimarchi e Simone Farresin ritengono ancora poco attento alle questioni ecologiche.
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