Zermatt (Svizzera) (AFP) – Poca neve l’anno scorso, troppa quest’anno: la seconda discesa maschile in programma domenica tra Zermatt (Svizzera) e Cervinia (Italia) è stata annullata, come la prima del giorno prima, rinviando l’inizio della stagione della neve maschile all’inizio di dicembre sci alpino e compromettere il futuro di questa nuova tappa.
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Questo fine settimana bianco arriva in un momento in cui si moltiplicano domande e commenti riguardo al necessario adattamento del circuito mondiale ai cambiamenti climatici, anche per le gare su ghiacciai come quello di Zermatt-Cervinia.
“Purtroppo i motivi dell’annullamento della giornata sono gli stessi di ieri: le continue e abbondanti nevicate e il vento impediscono lo svolgimento della gara”, ha sintetizzato domenica sul social network X (ex Twitter) la Federazione Internazionale di Sci (FIS), dopo aver comunicato la decisione nelle prime ore del mattino per evitare un lungo ed inutile trasferimento dei concorrenti nella zona di partenza.
Poiché il vento aveva già interrotto il gigante maschile di Sölden (Austria) a fine ottobre, il numero 1 del mondo Marco Odermatt e i suoi rivali dovranno attendere la tappa americana di Beaver Creek, con in programma due discese e un superG dal 1 al 3 dicembre, per iniziare la Coppa del Mondo.
Le donne avevano vissuto le stesse battute d’arresto l’anno scorso ma finora sono scampate al maltempo dell’autunno: sono riuscite a concludere il gigante di Sölden a fine ottobre, poi il primo slalom di Levi (Finlandia) sabato, in attesa la seconda questa domenica. Vinceranno poi Zermatt il prossimo fine settimana.
Sei tentativi, sei annullamenti
Questa nuova battuta d’arresto a Zermatt-Cervinia alimenterà i dubbi sulla fattibilità della tappa italo-svizzera, che non si è ancora mai potuta disputare, dopo che era stato annunciato all’inizio del 2022 di creare una “apertura della stagione della velocità” durante che a Sölden inizia l’inverno degli specialisti tecnici.
La discesa della “Gran Becca”, che parte da un ghiacciaio svizzero a quasi 3.800 m di quota per terminare nell’italiana Val d’Aosta, a 2.865 m, ha visto sei rinunce per altrettanti tentativi: sia la discesa maschile che quella femminile hanno avuto già stata annullata l’anno scorso per mancanza di neve nella parte inferiore del percorso.
Per adattarsi agli autunni sempre più caldi, quest’anno la prima tappa transfrontaliera del circuito mondiale è stata posticipata di due settimane, e già le condizioni invernali hanno consentito lo svolgimento delle prime prove libere mercoledì.
Ma il ritorno dei fiocchi ha costretto alla cancellazione delle altre due sessioni di giovedì e venerdì, prima che la neve, ancora più abbondante, impedisse di spianare la pista per consentire ai concorrenti di partire a più di 100 km/h questo fine settimana, soprattutto in condizioni di alta quota. venti e su una pista che continuano a scoprire.
Interrogato sabato dal quotidiano svizzero Le Temps, il patron della FIS John Eliasch ha assicurato di credere nel “bellissimo futuro” della Zermatt-Cervinia, che “darà luogo a gare memorabili” con vista sul leggendario Cervino.
Turno di primavera?
Ma ha ammesso che sarebbe necessario “rinviare più avanti” l’inizio della Coppa del Mondo, per “iniziare quando le condizioni saranno adatte, quando c’è una probabilità sufficiente che nevichi e che possiamo continuare la stagione senza una pausa.”
Per anni, alcuni sciatori hanno suggerito di spostare la competizione in primavera, quando spesso sulle piste europee c’è uno spesso strato di neve. La FIS e i produttori di attrezzature, dal canto loro, ritengono che il pubblico sia più interessato allo sci in autunno, un pubblico che quindi stimola le vendite prima di Natale.
Inoltre, sia Sölden che Zermatt-Cervinia sollevano la questione delle corse sui ghiacciai: esposti al vento e alle dure condizioni dell’alta quota, necessitano anche di lavori per tamponare i crepacci, sempre più mal accolti in piena crisi climatica.
In ottobre il quotidiano svizzero 20 Minutes ha pubblicato le immagini di escavatori che scavano il ghiacciaio del Théodule per preparare la Gran Becca – in parte fuori dal comprensorio sciistico autorizzato, ha poi confermato la giustizia vallesana indagata da diverse associazioni.
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