L’universo in cui naviga la nostra Terra rimane un grande mistero: il 95% dei suoi componenti va oltre la comprensione umana. È il caso dell'”energia oscura”, che rappresenta il 69%. Questo concetto, che valse un premio Nobel, apparve nel 1998 per dimostrare che l’espansione dell’universo sta accelerando, contrariamente a tutte le aspettative. Quasi un quarto della torta cosmica è costituito da un altro grande mistero: la “materia oscura”, un termine creato quasi un secolo fa. Aiuta a spiegare una stranezza astronomica: le galassie non ruotano così velocemente come previsto… a meno che non siano circondate da un alone di materia oscura.
20 anni alle Hawaii
Scoprire i segreti di queste due componenti dell’universo è l’ambizioso obiettivo della missione dell’Agenzia spaziale europea (ESA). Si chiama Euclid ed è stato lanciato lo scorso luglio. Tra i garanti scientifici del suo successo c’è l’astrofisico bretone del CEA
La Nebulosa Testa di Cavallo, nella costellazione di Orione, immortalata da Euclide. (Immagine AFP/ESA/EUCLID/Consorzio EUCLID/NASA)
Il successo mediatico fu dovuto, in gran parte, a Jean-Charles Coulander, che divenne un pioniere della fotografia “su larga scala”; Dopo 20 anni sulla vetta del Mauna Kea alle Hawaii, piena di cupole di telescopi. Gli fu commissionato di ingrandire le immagini iniziali inviate da Euclide, “rimanendo il più fedele possibile ai fenomeni fisici in atto lì”.
Le immagini di notevole risoluzione sono il risultato di strumenti frutto della cooperazione internazionale a bordo del Telescopio Spaziale Europeo. È stato inviato a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, vicino alla stella dell’astronomia globale, il telescopio spaziale James Webb. Non ha nulla di cui vergognarsi di fronte al suo vicino americano. “Euclid è rivoluzionario perché combina un campo visivo molto ampio, che copre il doppio delle dimensioni della luna piena, con una risoluzione mai raggiunta prima, osservando nel campo della luce visibile e persino del vicino infrarosso”, spiega Jean- Carlo Coulander. È stato posizionato nello spazio e dotato di uno specchio del diametro di 1,2 metri, che consente un livello di risoluzione irraggiungibile per un telescopio fissato sulla Terra, dove le osservazioni sono “offuscate” dall’atmosfera.
In sei anni verranno effettuate 30.000 osservazioni
L’astronomo Finistère si è ritrovato sull’Avventura di Euclide nel lontano 2014. “Ho fatto parte del gruppo che ha elaborato il piano per le osservazioni da realizzare, che era in atto da sei anni”, spiega. La sfida è enorme: mappare il terzo della volta celeste, dove l’universo lontano non è mascherato dalla nostra stessa galassia, la Via Lattea, o dal tappeto di polvere del nostro sistema solare. Ha aggiunto: “I rilievi inizieranno dall’inizio del 2024 e il telescopio funzionerà 24 ore su 24. Dobbiamo sapere cosa stiamo facendo al secondo più vicino e produrre l’equivalente di 30.000 volte l’immagine dell’ammasso di Perseo. Raccolto previsto dopo sei anni? “Quattro miliardi di fonti luminose, comprese 1,5 miliardi di galassie che sfrutteremo”.
Una piccola mappa dell’universo
Questa immagine dell’ammasso di Perseo mostra circa 100.000 galassie! (Immagine AFP/ESA/EUCLID/Consorzio EUCLID/NASA)
I primi risultati scientifici dovrebbero apparire all’inizio del prossimo anno, accompagnati da una nuova serie di bellissime immagini di Jean-Charles Coulander. Non solo realizzare graziosi poster: “Quando riusciamo ad attirare l’attenzione del grande pubblico, si apre la porta alla condivisione di concetti scientifici più complessi e delle nostre stesse attività”. Da adolescente, il futuro astronomo era già deliziato dalle meravigliose fotografie delle riviste “Ciel & Espace”. Letture che lo hanno portato a una delle più grandi avventure scientifiche della storia.
*Autorità per l’Energia Atomica e le Energie Alternative.