Attraverso Samilei Hoarau
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È un susseguirsi di soluzioni provvisorie che si susseguono, Briancon (Hautes-Alpes), di fronte al gran numero di esuli che non trova un posto dove andare.
domenica 24 ottobre 2021, il Terrazze di solidarietà che di solito li accolgono avevano dovuto chiudere i battenti per motivi di sicurezza : i loro 80 posti non erano sufficienti contro il 200 persone in cerca di riparo. Alcuni di loro avevano poi occupato la stazione per poter passare la notte al caldo.
Poi lunedì 25 ottobre, la stazione di Briançon è stata evacuato dalla polizia. Mentre gli esuli si ritrovano di nuovo per le strade, questa volta è cosìChiesa di Santa Caterina che trovarono rifugio.
“La chiesa di Santa Caterina non è affatto il luogo adatto per un’accoglienza duratura”
Sono stati padre Jean-Michel Bardet, parroco di Briançon e mons. Xavier Malle, vescovo di Gap, a prendere la decisione di accogliere questi 150 esuli. “Nella misura in cui le persone vengono consegnate in strada, il gesto di”apriamo la nostra chiesa parrocchiale è dell’ordine di un promemoria che umanità di tutti, e in particolare quello delle persone in difficoltà, è pienamente considerato”, indica la Diocesi in a comunicato.
Jean-Michel Bardet ricorda però che «la Chiesa di Santa Caterina non è affatto il luogo adatto per un ricevimento durevole“, e invita” tutte le persone di buona volontà a lavorare alla ricerca di queste vie dell’umanità. ”
Vescovo Xavier Malle da parte sua ha chiesto al ministro dell’Interno di non inviare forze dell’ordine, ma per “mobilitare la Sicurezza Civile, la Croce Rossa, e accettare che l’UNHCR intervenga, per dare rifugio e eseguire test PCR In modo che gli esuli possano partire in autobus o in treno. Chiede inoltre allo Stato “di impegnarsi a dialogo serio con le associazioni; hanno mostrato saggezza, abilità e gentilezza”.
Sorveglianza di frontiera rafforzata
Ma per il prefetto delle Hautes-Alpes, Martine Clavel, come si è espresso anche a mezzo di comunicato stampa, le associazioni conducono “una politica di fatto ” da fare pressione sulle autorità pubbliche, affinché si conformino alle loro richieste, il che non è accettabile”.
E allo stesso tempo, il prefetto ha deciso di rafforzare il sistema di controllo delle frontiere Franco-italiano con due ulteriori squadroni mobili di gendarmeria, al Col de Montgenèvre, per evitare di “ingrossare le fila” degli esuli già presenti nel dipartimento. Ieri sono già stati arrestati alla frontiera una trentina di esuli.
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