RitrattoIl 65enne italiano, riconosciuto come uno dei padri della teoria della gravità quantistica a loop, è approdato alla fisica dopo esperimenti con l’LSD. Il suo prossimo libro, “Helgoland”, sarà pubblicato da Flammarion il 6 ottobre.
Un giorno Carlo Rovelli ricevette un messaggio che iniziava con queste parole: “Ciao Carlo, sono un pittore di 80 anni…” Il pittore ottantenne si chiamava David Hockney, gli piaceva un testo del fisico pubblicato dal New York Times e lo ha invitato a trascorrere una giornata nel suo studio per chiacchierare. Qualche tempo dopo, sulle alture di Los Angeles, l’artista inglese mostrò allo scienziato italiano la grande tela piena di distorsioni su cui stava lavorando.
Come si presenta a noi la realtà? Come dare nuove forme allo spazio? Le domande scorrevano da entrambe le parti. “Penso che arte e scienza abbiano in comune l’aiutarci a vedere meglio il mondo”, medita Rovelli, tre anni dopo questo incontro “Meraviglioso”. “Meraviglioso” è una delle parole che usa più spesso.
Non sono trascorsi dieci minuti dal suo arrivo sul terrazzo dove abbiamo un appuntamento a cui si avvicina uno sconosciuto. Con le mani giunte, scusandosi per il disturbo, il giovane dichiara rapidamente di aver molto molto amava i suoi libri prima di scappare via. Quindi è così, la vita di a “Rockstar della fisica”, prendere in prestito una formula da Ora chi ovviamente non ha nulla di iperbolico?
Sapevamo che era già inondato di richieste, proposte e inviti a cui non avrebbe potuto rispondere anche se fosse passato di lì. ” tutto [son] tempo per fare proprio questo “, come si rammarica in un’e-mail di risposta automatica in tre lingue, con una faccina sorridente e triste. Ora possiamo vedere che viene riconosciuto per strada, cosa che non deve essere successa a un fisico dai tempi di Stephen Hawking. La strada in questione è a Verona, la città italiana della sua infanzia, dove tiene un piccolo appartamento a due passi dall’antico ponte romano e percorre in bicicletta, capelli al vento.
Erede di saggi e studiosi
Avrebbe potuto rimanere uno dei fondatori della gravità a loop quantistico, una giovane e promettente “teoria del tutto” che gareggia, contro la teoria delle stringhe, nella corsa per l’unificazione della relatività generale di Einstein e della meccanica quantistica. Avrebbe potuto accontentarsi di pubblicare articoli di ricerca letti da una trentina di suoi coetanei, tenere conferenze con filosofi e interessare i suoi studenti alla nascita del pensiero scientifico. Ma, avvicinandosi ai sessanta, Carlo Rovelli si incaricò di scrivere “Per chi non sa nulla o molto poco di fisica” una collana di cronache domenicali che il grande editore italiano Roberto Calasso, recentemente scomparso, gli ha proposto nel 2014 di pubblicare un piccolo libro.
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