francese Clement Sans è recentemente diventato un monaco Zen, ordinato sotto il nome Tozan (“Montagna del Pesco”). Per un anno e mezzo ci ha scritto ogni mese per condividere i suoi pensieri e la sua vita quotidiana unici e quasi senza tempo, prima dal Tempio Antai-ji, sulle montagne dell’isola di Honshu, poi a Kyoto, l’ex impero imperiale. La capitale del Giappone. In quest’ultimo articolo mette in discussione il concetto di “strada”, che è onnipresente in Giappone e in tutta l’Asia.
Lettera d’agosto. A Kyoto la bella stagione ha mantenuto le sue promesse e ricorda le estati passate. Nonostante l’umidità, le cicale continuano il loro concerto. Ghiaccio tritato e AlcuniQueste tagliatelle lunghe e sottili vengono servite immerse nei cubetti di ghiaccio presso le bancarelle del Centro Storico. Agosto è anche un mese di feste e celebrazioni, come il mese in cui le montagne che circondano la città vengono bruciate per concludere il Giorno dei Morti, e le anime dei defunti seguono un “percorso” di fumo per unirsi al mondo invisibile.
“La Via degli Antenati”, “La Via degli Spiriti”, “La Via dei Padri”: questi i termini spesso usati per descrivere questo grande rito del calendario liturgico. Per chi è interessato alla spiritualità orientale, i riferimenti alla “via” sono ovunque. Un termine così generale da non poter essere messo in dubbio a priori, come una parola che, una volta invocata, rende tutto credibile, senza specificare nulla. Allora cosa intendiamo quando parliamo di “la via”?
Confucianesimo, Taoismo e Buddismo
In Estremo Oriente è apparso il termine “strada” (Mitchie O Fare In giapponese) si riferisce innanzitutto ai tre principali movimenti tradizionali del confucianesimo, del taoismo e del buddismo.
Nel primo caso vengono messe in risalto le virtù morali: giustizia e rettitudine, ritualità e cortesia, benevolenza, saggezza e sincerità. Secondo Confucio (551-479 a.C.), la via della saggezza, sempre integrata in un insieme universale, è innanzitutto pratica e non corrisponde direttamente alla ricerca mistica, intima o trascendente. Chi pratica il percorso mira ad avere un buon comportamento nella società ed essere retto con gli altri.
Nel Taoismo, che letteralmente significa “insegnare la Via”, il percorso religioso è inteso come indefinibile, inesauribile e onnicomprensivo, e la Via punta solo a se stessa. Secondo Lao Tzu, l’uomo che ricerca la santità e l’immortalità deve rifiutare le classificazioni intellettuali per scomparire dal mondo, districarsi dalla corruzione e non affidarsi mai a una saggezza formale apparentemente definitiva.
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