Abituata a gestire finanze più che rischiose, la Roma deve evitare di sperperare i soldi che l’Unione Europea sta raccogliendo per finanziare il piano di ripresa.
Attraverso Quentin Rafferdy
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Insomma, da luglio, gli italiani lo sentono. L’amministrazione a superare in parte la riluttanza dei paesi cosiddetti “parsimoniosi” nel fondo di recupero è stata solo l’inizio del puzzle. Qui Roma è ora incaricata di gestire il prezioso ‘bottino’ ottenuto dall’Unione Europea: 209 miliardi (81 borse di studio e 127 prestiti) per il tentativo di rilanciare la nave ‘Italia’ dopo la pandemia di coronavirus. Una volta convalidato l’importo, scambiata la stretta di mano e apposte le firme, stavamo già mettendo in discussione la capacità di Bel Paese Per gestire una tale sfida finanziaria. Non c’è bisogno di andare oltre …
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