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D-Day per la Francia

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D-Day per la Francia
La Commissione Europea (a destra) a Bruxelles (Belgio).
La Commissione Europea (a destra) a Bruxelles (Belgio). (Noemie Bonin/Francia Info/Radio Francia)
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Parigi può contare su una parte dei 750 miliardi di euro che Bruxelles prenderà in prestito sui mercati, per poi ridistribuire ai Paesi europei sotto forma di sussidi diretti e prestiti rimborsabili. Per la Francia, a partire da luglio, verranno pagati normalmente quaranta miliardi di euro.

Il piano presentato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze è stato ritenuto conforme alle prescrizioni di Bruxelles. Come condizione, la Commissione Europea ha fissato un notevole 37% per l’utilizzo dei fondi per la trasformazione ambientale e il 20% per la trasformazione digitale. La Francia ha fissato lo standard rispettivamente del 50% in più per quanto riguarda l’ambiente e del 25% a favore della tecnologia digitale.

Quasi 6 miliardi saranno destinati al rinnovamento energetico, 6,5 miliardi alle infrastrutture di trasporto, 5 miliardi allo sviluppo delle energie verdi e 10 miliardi alla digitalizzazione dell’economia. Alcuni osservatori lamentano che Parigi non abbia introdotto ulteriori riforme strutturali per contenere il debito. Ma era difficile vedere Bruxelles prendere una svolta su alcune questioni come le pensioni o altri temi delicati in questo momento.

Siamo il terzo Paese dopo Spagna e Italia. Date le difficoltà che sta affrontando l’Italia, è il primo beneficiario di questo aiuto in termini di volume. Roma riceverà 191 miliardi di euro, di cui 69 miliardi in contributi diretti e il resto in prestiti rimborsabili. La Grecia riceverà poco più di 30 miliardi di euro; Germania 25,5 miliardi, ciascuno al servizio delle difficoltà incontrate per superare la crisi.

Questa distribuzione di nuovi fondi non è stata ancora approvata dall’organo politico del Consiglio europeo. Il 13 luglio dovrebbe riunirsi un consiglio dei 27 ministri delle finanze europei, ma sul via libera definitivo non ci sono dubbi.

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