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dall’Italia alla Svezia, i corrispondenti europei di “Le Monde” raccontano il loro anno di pandemia

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Come la Francia, l’intera Europa ha subito un vero e proprio cataclisma nell’ultimo anno. La prima ondata ha colpito duramente l’ovest del continente, la seconda ha colpito anche la Germania e l’Europa centrale. Mese dopo mese, il numero delle vittime della pandemia ha superato le 700mila, un bilancio peggiore di quello dei soli Stati Uniti.

Sorpresi dalla portata della crisi sanitaria proveniente dalla Cina, ogni Paese ha dovuto improvvisare per cercare di affrontare l’emergenza. Per limitare l’ondata mortale del virus, sono emerse molteplici sfumature di confinamenti, restrizioni e altre quarantene, come hanno sperimentato da vicino i nostri corrispondenti.

  • Stupore in Italia, di Jérôme Gautheret

La Fontana di Trevi è deserta, sorvegliata da un'auto dei carabinieri, le strade circostanti svuotate da ogni traccia di vita e, ovunque, l'aggressività delle forze dell'ordine e dei militari schierati nel quartiere… In tempi normali, Roma non tace mai, ma quella sera in sottofondo si sentiva solo il canto degli uccelli.

Niente, tra le immagini delle prime ore di confinamento in Italia, mi è sembrato più inimmaginabile – e agghiacciante – di questa passeggiata notturna nel centro di Roma, la sera di mercoledì 11 marzo 2020. In pochi giorni, tutto d’Italia era appena entrato in lockdown, restringendo in modo senza precedenti le libertà individuali dei suoi cittadini per rispondere all’emergenza sanitaria, davanti agli occhi di un’Europa incredula. L’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva appena annunciato, in tono drammatico, la chiusura di tutte le attività non essenziali. Una troupe della BFM-TV si è insediata davanti alla fontana, nonostante l'ostilità delle forze dell'ordine, per denunciare, da Roma, questa atmosfera irreale.

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Contemporaneamente, a Parigi, al Parco dei Principi si giocava il ritorno degli ottavi di finale di Champions League tra il Paris-Saint-Germain e i tedeschi del Borussia Dortmund. La paura dell'epidemia aveva spinto le autorità a imporre le porte chiuse, ma diverse migliaia di tifosi parigini si sono comunque radunati davanti ai cancelli dello stadio, e hanno festeggiato a gran voce la qualificazione della loro squadra ai quarti di finale di cui nessuno sospettava ancora che non sarebbero arrivati. avvenire per mesi.

Piazza Navona, Roma, 16 aprile 2020.

Come far capire a un lettore francese cosa c'era di fuori posto, di spaventoso, in queste immagini di giubilo viste da Roma? Il divario vertiginoso tra queste due realtà ha dato l'impressione che in pochi giorni si fosse aperto un abisso tra l'Italia e i suoi vicini. “Ti scrivo dall’Italia, quindi ti scrivo dal tuo futuro. Ora siamo dove sarai tra pochi giorni”, avvertirà poco dopo la scrittrice italiana Francesca Melandri, sulle colonne di Pubblicazione. Il seguito gli darà ragione, al di là di ogni timore. No, la crisi che sta iniziando non è dovuta alla disorganizzazione tipica italiana, e no, il virus non si fermerà saggiamente alla frontiera. Nessun Paese europeo, nemmeno il più sicuro della propria solidità, sarà risparmiato.

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