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Diego Armando Maradona, affronta la polizia a Buenos Aires. L’idea del funerale campione già stasera – Corriere.it

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Troppo dolore, troppe persone, troppo di tutto. Argentina sotto shock e con il corazon sufrido, il cuore che soffre, al punto che il funerale di Diego Maradona dovrebbero svolgersi stasera e non sabato, su espressa richiesta della famiglia, ma anche del governo e della polizia, che devono affrontare un’ondata di uomini e un’emozione impressionante e incontrollabile. E ora anche attacchi e polemiche, come forse inevitabili quando si parla di Diego. Il primo le accuse sono state presentate dal suo avvocato, Matias Morla, che chiede un’indagine perché è inspiegabile che per 12 ore non abbia avuto le cure oi controlli del personale sanitario e definisce un’idiozia criminale che l’ambulanza abbia impiegato mezz’ora per raggiungere la casa in cui Maradona era andata ad abitare per iniziare la riabilitazione.

La veglia al palazzo del governo nel centro di Buenos Aires, durerà fino alle 16:00 ora locale, alle 20:00 ora italiana. Ma già in queste ore la situazione è impazzita, i carabinieri davanti a Casa Rosada non sanno più fare la fila per ore. Come fondamentalmente prevedibile, immaginabile, naturale.Non puoi fare a meno di piangere, Argentina. Quanto a Evita, come Carlos Gardel, come Ernesto Guevara, anche se al Che, che era di Rosario, gli argentini non hanno praticamente mai perdonato di aver fatto la rivoluzione lontano dalla sua terra. Non come Diego, che ha dato tutto per la sua gente, nella sua eterna guerra santa contro tutto ciò che era imposizione, oppressione, imperialismo.


Oggi, quando scendi in campo, ricorda che stai giocando non solo per te stesso, ma per i tuoi fratelli, i tuoi cugini, i tuoi amici morti uccisi nelle Malvinas prima era il discorso spaventoso con i compagni di squadra. questa leggendaria partita con l’Inghilterra nel 1986 che è un pezzo della vita di tutti noi, non solo argentini. Ecco fatto, Diego. Eccessivo e falso quanto vuoi. Ma certamente per gli argentini un eroe del popolo, un leader del popolo, un padre del paese, perché non si trattava solo di calcio, era il grito sacrado, il sacro grido di libertad libertad libertad che piangeva in faccia del mondo quella sera all’Olimpico nella finale del 1990, quando fu fischiato l’inno, che per un argentino è come insultare la madre.

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L’ultima e unica volta che Casa Rosada ha ospitato un’impresa di pompe funebri per un atleta è stata nel 1995 per il pilota Juan Manuel Fangio. Chi conosce la mistica che rende gli argentini un popolo unico perché incomprensibili e incomprensibili perché unici come scriveva Osvaldo Soriano, sa che l’unico confronto che regge quello con Evita Peron, il cui funerale nel 1952 ha riunito milioni di persone. Stesse origini umili, lei e Diego, stessa rabbia popolare, stessa vendetta sociale, stesso senso delle persone, stesso talento per la parola da recitare, per la provocazione, per il gesto teatrale. E per aver lasciato la scena.

La morte di Diego Armando Maradona

26 novembre 2020 (modifica il 26 novembre 2020 | 14:21)

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