Per il momento, in Francia, un solo cliente Volkswagen è riuscito a ottenere un risarcimento sotto il dieselgate. Eppure, il caso non è del tutto chiuso, il produttore ha presentato ricorso in cassazione. Ma dall’altra parte delle Alpi, in Italia, le cose si stanno muovendo molto più velocemente. L’associazione dei consumatori AltroConsumo saluta una grande vittoria legale. Il tribunale di Venezia ha costretto Volkswagen a pagare 3.300 euro, oltre agli interessi maturati negli ultimi anni, a 63.000 proprietari dei modelli del gruppo. Ha stabilito che erano stati indotti con l’inganno a comprare un’auto meno rispettosa dell’ambiente di quanto pensassero. Nel lotto sono presenti anche acquirenti di Audi, Seat e Skoda. In totale il conto supera i 200 milioni di euro, senza nemmeno includere il rimborso delle spese legali e delle spese sostenute dall’associazione per le sue comunicazioni ai media.
Verso una decisione simile in Francia?
Tale importo potrebbe ancora aumentare in modo significativo. AltroConsumo indica che sta pensando con i suoi legali a iniziative che risarciscano chi non ha aderito alla sua azione collettiva. Ma questa decisione della giustizia italiana metterà anche balsamo nel cuore di chi querelerà il produttore tedesco in Francia. A cominciare dal maestro Charles Constantin-Vallet, l’avvocato difensore del proprietario della Volkswagen Tiguan 2.0 TDI 140 che ha recentemente vinto la causa con il tribunale di Pau (64). Per lui, questa procedura dovrebbe servire soprattutto a stabilire un precedente. Nel processo, aveva così lanciato un’azione collettiva congiunta con il suo collega maestro Christophe Lèguevaques, oltre all’azione di gruppo che sta portando avanti con l’associazione Consumo Housing e Framework of Life. Ci ha poi detto di essere fiducioso sulle possibilità di successo di questi diversi approcci, affidandosi in particolare all’esempio di altri Paesi europei, Italia compresa.
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