TV Story – Venerdì 29 ottobre alle 20:50 – Documentario
Da otto decenni il concorso nazionale di Miss Italia trasmesso dalla televisione italiana, sia su RAI che su canali privati, è una cosa seria. Riguarda il pubblico rumoroso, i disaccordi, i piani di carriera e i cambiamenti negli stili. Soprattutto, l’immagine della donna in una società impantanata nelle contraddizioni.
Con un tocco di sarcasmo e molta sottigliezza, attingendo a archivi fotografici sorprendenti, Roberto Garzelli ha costruito questo documentario, con diversi concorsi che hanno caratterizzato la giovane bellezza sui teatri di stato ma anche assegnando loro un ruolo in qualche spettacolo. In TV, si rivela un’affascinante storia sociale dell’Italia moderna.
Negli anni ’40, essere una reginetta di bellezza significava ottenere il passaporto per una carriera davanti alle telecamere
Nel 1939 si tenne un concorso fotografico, organizzato da un inserzionista, dal titolo 5000 lire per un sorriso Ha causato una grande commozione. Allora, era solo questione di giudicare il sorriso di queste donne, non i loro corpi. Nell’immediato dopoguerra tutto ebbe inizio con la nascita del concorso di Miss Italia. Sorridere non basta più, ora si giudicano le tinte che avrebbero dovuto essere generose alla fine degli anni Quaranta. I candidati si sottopongono all’esame antropometrico: 90 (petto) -60 (vita) -90 (fianchi). La giuria, ovviamente, è tutta maschile.
Le prime reginette di bellezza: Lucia Boss, Gina Lollobrigida, Sophia Loren o Silvana Mangano appaiono in bikini prima di andare al cinema. Perché allora, per essere una reginetta di bellezza, serviva un passaporto per lavorare davanti alle telecamere.
bellissimi vasi
Col tempo le cose cambiano. Negli anni Cinquanta del secolo scorso, nell’Italia fanatica e conservatrice, la chiesa condannò lo scandaloso bikini. Per i candidati, indossare un costume intero. Nel 1954 nasce la televisione pubblica. E rapidamente, le vecchie signorine appaiono sul set Raddoppia o smetti di fumareUno spettacolo di giochi molto popolare. il mio turno? Sorridi e porta le buste all’ospite!
soprannome Valletta (femminile di ‘serva’), questi vasetti ciarlieri sono stati sostituiti alla fine degli anni ’80 da carte veline (Trasparente come carta pergamena…). Sui canali di Silvio Berlusconi, queste giovani donne, spesso raffigurate “il lato B” con un primo piano dei glutei, hanno la stessa funzione: inviare newsletter ai presentatori. Cosa stai urlando? “Abbiamo trasformato la nostra cultura in un’estetica da strip club”e Riassume Lorella Zanardo, autrice del libro corpo di donna (“Il corpo della donna”) è diventato un documentario per la televisione italiana.
Durante questo viaggio italiano, abbiamo scoperto l’emergere, alla fine degli anni Sessanta, di nuovi, sbalorditivi concorsi: Miss Italian type (!), Miss Legs, Miss Perfect Saleswoman, Miss Cars International, Miss Short… Alcuni selezionati vengono premiati con una macchina da cucire o una lavatrice. Dopo la competizione, al vincitore viene chiesto di tornare a casa saggiamente!
Se sempre più critiche vengono mosse in una società in cui i movimenti femministi hanno preso slancio dagli anni ’70, molte ragazze sognano ancora di essere una reginetta di bellezza, in un paese dove il tasso di disoccupazione femminile è alto. La popolarità del concorso Miss Italia è innegabile. Dopo anni di trasmissioni sui canali privati di Berlusconi, il concorso è tornato in RAI nel 1995. L’anno successivo, con l’elezione di Denny Mendes, prima Miss Italia del Colore, il pubblico ha battuto il record con 14 milioni di telespettatori.
Tutte le donne italiane sbagliano!, documentario Scritto da Roberto Garzilli (Francia, 2020, 52 min). Disponibile in replay sud storia televisiva.
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