Recep Tayyip Erdogan sbracato su una sedia, in mutande e maglietta, pancia fuori, che solleva il vestito di una donna velata per rivelare la sua parte bassa della schiena e grida: “Oh! Il profeta! “. Questo è il fumetto che ieri Charlie hebdo pubblicato in copertina, proprio mentre infuria la polemica tra Turchia e Francia sulla libertà di espressione. Il presidente turco non l’ha presa bene. “Non ho nemmeno visto quel fumetto”, dice, “perché mi rifiuto di dare importanza a questi post immorali. Non c’è niente da dire su questi mascalzoni. Il “sultano” Erdogan non era proprio impassibile e, come il suo stile, lui ha presentato una denuncia per insulto e diffamazione contro il regista, il caporedattore e il fumettista del fumetto, oltre all’apertura di un procedimento penale ufficiale da parte della procura di Ankara.
La risposta dell’Eliseo non si è fatta attendere. La Francia “non rinuncerà mai ai suoi principi e valori”, nonostante “i tentativi di destabilizzare e intimidire”, ha detto il portavoce del governo Gabriel Attal. Il settimanale francese è da anni nel mirino dell’Islam radicale per la sua satira su Maometto e nel 2015 ha subito un attentato in cui sono morte 12 persone. Dopo il brutale omicidio del professor Samuel Paty il 16 ottobre, Macron aveva promesso una guerra senza quartiere contro i “nemici della Repubblica”. Ieri, durante il Consiglio dei ministri, l’associazione musulmana BarakaCity è stata sciolta ei suoi leader hanno subito dichiarato di voler chiedere asilo in Turchia.
Negli ultimi giorni Erdogan aveva accusato la sua controparte francese hanno “problemi mentali” e ha paragonato la persecuzione dei musulmani in Europa a quello degli ebrei sotto i nazisti. Dichiarazioni forti che, ieri, ha ribadito: “La Francia e l’Europa non meritano politici come Macron e chi condivide la sua mentalità, “chi” vorrebbe rilanciare le crociate contro l’Islam “. Adesso Parigi chiede all’UE di preparare sanzioni contro Ankara prima del Consiglio europeo di dicembre. Intanto, a Parigi, il delegato interministeriale francese per la lotta al razzismo ha denunciato alla giustizia il tweet del sottosegretario alla Cultura turco serdam can che aveva qualificato i giornalisti di Charlie Hebdo come “bastardi”.
29 ottobre 2020 (modifica il 29 ottobre 2020 | 00:43)
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