L’Italia ha costruito la sua ricca storia calcistica su una difesa tenace. Con Roberto Mancini è ancora molto indietro ma mai in avanti, lanciato per assicurarsi la fase a eliminazione diretta degli Europei di mercoledì in caso di successo contro la Svizzera (21:00).
“Ci siamo chiesti per mesi chi sarebbe stato il centro dell’attacco e abbiamo scoperto di avere un tridente”, ha scritto la Gazzetta dello Sport sabato, all’indomani del rally di apertura contro la Turchia (3-0).
Di fronte alla difesa che ha estromesso la Francia nelle qualificazioni (2-0, 1-1), i tre attaccanti italiani hanno brillato.
Ciro Immobile ha segnato punti contro il rivale centrale d’attacco Andrea Belotti segnando il suo primo gol per la squadra nazionale nel suo stadio Olimpico.
Hanno costruito fiducia anche Domenico Berardi, che ha preso fuoco sulla fascia destra ed è stato coinvolto nelle tre reti, e Lorenzo Insigne, attivo sulla sinistra e compositore di 3-0 per rifarsi di una grande occasione sprecata nel primo tempo.
Un’Italia rinata non ha tra le sue fila star come Kylian Mbappe, Karim Benzema, Harry Kane, Erling Haaland o Robert Lewandowski.
Ma ha un tabellone offensivo diversificato, con giocatori che si spostano verso la squadra che ruota senza intoppi, raddoppiando le chiamate e premendo in alto, anche mentre avanzano.
– ‘Non farli respirare’ –
Una domanda sullo stato d’animo: “Cerchiamo sempre di non far respirare gli avversari, li portiamo in alto”, ha spiegato lunedì alla stampa il difensore Francesco Acerbe. “La nostra mentalità è lavorare insieme nella metà opposta del campo”.
Un cambio di epoca per chi è cresciuto con il calcio italiano alimentato dal ‘catenaccio’, sistema difensivo nato in Svizzera (avversaria di mercoledì) ma diffusosi nella penisola, dove l’1-0 si è imposto come risultato quasi perfetto e un Mondiale alzato da un portiere Dino Zoff nel 1982 e poi il difensore Fabio Cannavaro nel 2006 (ultimo Pallone d’Oro italiano finora).
Con Roberto Mancini, ex attaccante allenatore dal maggio 2018, l’Italia non dimentica la difesa: è rimasta nove partite senza subire gol.
Ma non è più l’unico motivo della sua esistenza: il Nacional è una squadra allegra da tre anni, ama possedere il pallone e farlo girare velocemente in avanti, e non esita ad attaccare con cinque o sei giocatori. Oltre al famoso “tridente”, il pericolo arriva anche dalle buche di Nicolò Barilla, l’acceleratore del team, o dalle ali fuoristrada.
Contro la Turchia è il sinistro della Roma Leonardo Spinazzola, migliore in campo dell’Uefa, a brillare nel ruolo di ala da difensore.
– fattore materiale –
“Quando hai questi giocatori a questo livello tecnico, sai che l’opportunità di segnare può arrivare in qualsiasi momento”, ha detto Andrea Belotti sul sito web della UEFA.
Il limite del sistema Mancini è che richiede una grande quantità di energia, per garantire il moto perpetuo. Quindi molto dipenderà dalla gestione degli uomini e un Belotti come Federico Chiesa potrebbe avere un parere.
Contro la Svizzera, l’avversario con cui l’Italia si è incontrata più spesso (incontro 59), il tecnico Azzurro deve già scegliere tra rinnovare un undici quasi identico per assicurarsi un’ottava vittoria (vincere abbastanza) o iniziare un testacoda.
Alessandro Florenzi, che esce contro la Turchia (affrettatevi), deve lasciare il posto a Giovanni Di Lorenzo o Rafael Toloi. Marco Verratti, tornato ad allenarsi, potrebbe tornare in squadra, cinque settimane dopo l’infortunio al ginocchio.
Quanto alla Svizzera, non ci sono dubbi sulla partenza per la via battuta, confermato martedì Xherdan Shaqiri: “Non è l’Italia che tende a difendere. Sono fantastici. Sarà una vera sfida, ma faremo del nostro meglio per dare loro problemi”. Giocatore del Liverpool.
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