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Fessura posta sotto il cartellino dell’immigrazione

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Il Real Visions Documentary Film Festival apre i battenti venerdì sera. Il cancelliere federale Elisabeth Boehm-Schneider farà il viaggio prima che venga mostrato Nightwatchers, ai migranti che attraversano il confine franco-italiano.

Visions du Réel si apre venerdì sera con un programma di oltre 160 film in 10 giorni, preparato dal direttore artistico Amelie Bogis.

TTY

La regista francese Juliette de Marsillac presenta in anteprima mondiale il suo film Friday Night in Nyon, un racconto notturno della vita quotidiana dei volontari che vengono ad aiutare i migranti al confine italo-francese. L’argomento è rilevante con l’arrivo della cancelliera federale Elisabeth Boehm-Schneider, che ora è responsabile del fascicolo sull’immigrazione in Svizzera.

I fan di Neon Date potranno affinare questo sguardo alla realtà grazie ai 163 film, di cui 82 mai visti prima, forniti dal direttore artistico Emily Boggis e dal suo team. Oltre a proiettare due documentari vincitori della recente Mostra del Cinema di Venezia e della Berlinale, gli spettatori potranno incontrare la regista italiana Alice Rohrrewasher durante una grande proiezione: il suo film “La Chimera” è l’unica coproduzione svizzera ad essere selezionata in concorso quest’anno a Cannes per la Palma d’Oro.

Produzione svizzera questo fine settimana

Il primo fine settimana presenterà l’attuale produzione svizzera. Tra loro ci sono “Dreamers” di Stephanie Barbie da Ginevra e Luke Peter da Losanna: all’età di nove anni, Carlos dal Messico è arrivato a Chicago con i suoi tre fratelli e genitori. Secondo la legge americana, ora è senza documenti: il minimo errore può portare alla deportazione.

A lui si unirà questa settimana “Para no olvidar” di Ginevra di Laura Gabay: dopo il colpo di stato del 1973 in Uruguay, migliaia di intellettuali e artisti sono fuggiti dal paese. Suo padre era uno di loro.

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Senza dimenticare il film “Shagreen Valley” della zurighese Nathalie Berger: in un magazzino alla periferia di Cleveland, i residenti di una casa per anziani con demenza vivono in un villaggio interno artificiale, come l’America degli anni ’50.

Anche questo weekend gli spettatori potranno immergersi nella filmografia del regista losannese Jean-Stephan Brun, con la prima retrospettiva dedicata alla sua opera. Come “Le Génie helvétique” (2003): questo lungometraggio documentario, visto da più di 105.000 spettatori in Svizzera, segue la formulazione del Comitato di legge sull’ingegneria genetica (Gen-Lex), fino al dibattito e al voto in Parlamento.

Il festival, che dura dieci giorni fino al 30 aprile, sarà premiato con i suoi vari premi venerdì prossimo.

Bevande, ATS

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