Inviando un messaggio a tutti i partecipanti alla VII Conferenza di MED Dialogues a Roma, il Papa ribadisce l’augurio di un proficuo dialogo politico attorno al “Mare nostrum”, crocevia fondamentale ma minacciato dalla globalizzazione dell’indifferenza.
Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
Ripensare l’approccio tradizionale dell’area mediterranea e cercare risposte nuove e condivise alle importanti sfide che pone. È su questo tema che si è aperto venerdì 3 dicembre a Roma il 7° Convegno Roma MED Dialogues, organizzato ogni anno dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale.
Papa Francesco, in questo momento in viaggio apostolico a Cipro e in Grecia, ha inviato i suoi saluti in un messaggio in cui si è rivolto ai Il nostro mare, affrontando la globalizzazione, le migrazioni e il ruolo della Chiesa. Usò l’espressione di Giorgio La Pira, sindaco di Firenze dal 1951 al 1965 e instancabile costruttore di pace e di carità cristiana, che definì il Mediterraneo come “Un grande lago di Tiberiade”.
Chiamati a vivere insieme: l’impegno della politica e della diplomazia
Il grande spazio di Il nostro mare è – scrive François – ancora oggi “Un luogo di confine, e quindi di incontro, di tre continenti, che non solo ne sono bagnati, ma in esso si toccano e sono perciò chiamati a vivere insieme”. Il Papa ha insistito sul fatto che la politica e la diplomazia devono “Fare di tutto per evitare che il processo di globalizzazione degeneri nella globalizzazione dell’indifferenza”.
“Tutte le risorse e tutte le potenzialità di questo mare richiedono un approccio nuovo, non individuale ed egoista, ma congiunto e condiviso tra i Paesi che lo confinano, e anche tra quelli che non lo confinano ma che sono interessati dalle politiche mediterranee in diverse modi. Un approccio capace di placare i molteplici conflitti regionali che si stanno sviluppando in superficie, in profondità e sulle sponde del mare, e che si estendono dal mare ai continenti”, insiste François in questo messaggio.
Migrazione: servono politiche lungimiranti
Tra i vari problemi che attraversano il Mediterraneo e che “Richiede una visione politica lungimirante”, figura la questione migratoria, che richiede l’impegno di tutti i Paesi e un buon coordinamento.
“Nessuno dovrebbe essere lasciato solo nell’affrontare questo enorme problema, ricorda papa Francesco. Tutti dovrebbero sentirsi responsabili, perché tutti sono, infatti, responsabili, come ricordiamo all’inizio della Bibbia, la domanda di Dio a Caino: “Dov’è tuo fratello?” Il fenomeno migratorio ci mostra ancora una volta che tutto è collegato e ci avverte che una soluzione stabile richiede un approccio capace di tenere conto dei molteplici aspetti ad esso collegati, che i dialoghi di questa Conferenza possono evidenziare”, sottolinea.
Accanto a governi, Stati e continenti, la Chiesa guarda da vicino anche al Mediterraneo, e il Papa lo ricorda citando l’incontro “Fruttuoso” lo scorso anno a Bari, “Mediterraneo, confine di pace”, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, con i vescovi di ben 20 Paesi che si affacciano sul Mare nostrum, e il prossimo incontro a Firenze nel 2022.
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