Un team internazionale di ricercatori ha recentemente fatto importanti scoperte nei siti di Urs, nel bacino di Baza, vicino a Granada in Spagna, che potrebbero riscrivere la storia dell'arrivo dei primi esseri umani in Europa. Questo studio, condotto da Luis Gebert dell'Università di Barcellona, rivela che i resti umani ritrovati lì, risalenti a circa 1,3 milioni di anni fa, sono i più antichi d'Europa. Questa scoperta suggerisce una rotta migratoria attraverso lo Stretto di Gibilterra piuttosto che il Mediterraneo attraverso l'Asia.
Analisi geologica e datazione precisa
Dopo un secolo di ricerche, la cronologia dell'arrivo dei primi esseri umani in Europa rimane controversa. Quattro siti spagnoli potrebbero fornire prove della presenza dei primi europei, ma l’età di arrivo varia ancora ampiamente tra 1,6 e 0,9 milioni di anni fa, da qui l’interesse per questi siti. Nuovo lavoro ha portato a Oricenel sud-est della Spagna, in tre località diverse.
Le tecniche di datazione geologica utilizzate in questo studio sono particolarmente innovative. I ricercatori hanno analizzato Magnetismo antico di un'area precedentemente non campionata, protetta dall'erosione, per creare una cronologia accurata.
Nel dettaglio, il paleomagnetismo è un metodo di datazione relativa basato sullo studio delle inversioni dei poli magnetici terrestri, registrate nei minerali. Queste inversioni, anche se casuali, permettono di datare gli strati sedimentari. Grazie a una sequenza sedimentaria lunga più di 80 metri a Orsi, i ricercatori sono stati in grado di identificare una sequenza di poli magnetici che coinvolge cinque eventi distinti. Questi eventi hanno permesso l’identificazione di siti Orsi con presenza umana tra i sottoperiodi Olduvai e Jaramillo, cioè Tra 1,77 e 1,07 milioni di anni fa.
Per migliorare questa linea temporale è stato applicato un modello statistico dell’età, riducendo il margine di errore a soli 70mila anni. COSÌ, Il sito di Venta Micena è stato datato a 1,32 milioni di anni, Barranco León a 1,28 milioni di anni e Fuente Nueva 3 a 1,23 milioni di anni.. Questi ritrovamenti collocano i siti Orsi davanti al sito della Cima del Elefante ad Atapuerca, precedentemente considerato uno dei più antichi siti europei risalenti a un periodo compreso tra 0,8 e 1,2 milioni di anni fa.
Prove di fauna selvatica e migrazioni umane
Lo studio non si è limitato alla storia geologica. Ho incluso anche un'analisi dettagliata della fauna dei diversi siti di Orce, rispetto ad altri siti del Pleistocene inferiore in Europa.
Robert Martin, esperto di paleontologia, ha condotto questa analisi basandosi sulle collezioni del Museo dell'Istituto Catalano di Paleontologia Miguel Crosafont di Sabadell. I risultati mostrano che gli Ore sono più primitivi della Cima del Elephante. Ad esempio, i roditori Allophymus lavocati, rinvenuto ad Atapuerca, è più sviluppato dell'Allophaiomys rinvenuto ad Orce. Inoltre, l’assenza degli antenati dei maiali, considerati migranti asiatici, nei depositi orsicani rafforza l’antichità di questi siti rispetto ad altri europei.
Quindi queste prove faunistiche, combinate con nuove datazioni, lo supportano L'ipotesi della migrazione umana attraverso lo Stretto di Gibilterra. Somiglianze tra le industrie lapidee rinvenute a Urs e quelle rinvenute nel Nord Africa, nonché la presenza di fauna africana come ippopotami e primati Theropithecus oswaldiAggiungi peso a questa teoria. In realtà, queste specie africane sono assenti nel resto d’Europa, suggerendo che abbiano già attraversato lo stretto.
Implicazioni e prospettive di questa scoperta
Le implicazioni di questi risultati sono di ampia portata una domanda La teoria prevalente in base alla quale I primi esseri umani migrarono in Europa attraverso l'Asia E attraversò il Mar Mediterraneo. Invece, questi risultati suggeriscono che gli ominini attraversarono lo Stretto di Gibilterra, una barriera geografica che in precedenza era considerata difficile da attraversare per le specie terrestri. Questa migrazione potrebbe essersi verificata In un'epoca in cui la distanza tra i continenti era più breve A causa dell'attività tettonica e delle fluttuazioni del livello del mare.
La ricerca evidenzia anche la possibilità di futuri scavi nell'Orsa e nell'area circostante. I resti umani finora rinvenuti, tra cui un omero e frammenti di cranio, oltre a molari e strumenti in pietra, confermano già la presenza di ominidi nella regione durante il Pleistocene inferiore. Studi paleoproteomici hanno identificato proteine umane in questi resti, rafforzando l’evidenza dell’antichità di questi gruppi umani.