E ‘fatto ! La Commissione Europea potrà finalmente prendere in prestito dai mercati e finanziare il piano di rilancio da 750 miliardi di euro (sotto forma di 390 miliardi di sussidi, 360 miliardi di prestiti) che aiuterà i 27 Paesi a far fronte agli aspetti economici devastanti del Medio Est. La crisi del Covid-19. Giovedì 27 maggio i due Stati membri i cui parlamenti devono ancora parlare – Austria e Polonia – hanno dato il via libera al processo. Il giorno prima, Ungheria e Romania hanno fatto lo stesso.
Ci sono voluti dieci mesi per compiere questo passo decisivo, dopo che i capi di Stato e di governo europei hanno concordato, il 21 luglio 2020, dopo quattro giorni e quattro notti di negoziati, di prendere in prestito ciò che sostiene i Paesi più colpiti dalla pandemia. .
Può sembrare un tempo lungo, ma nella storia europea è quasi una conquista. Per approvare il budget europeo pluriennale 2014-2020, anche gli Stati membri hanno dovuto ratificarlo. A quel tempo, ci sono voluti ventotto mesi”., riconosciuto come funzionario pubblico europeo.
In tutto, ventidue parlamenti (composti da almeno due camere) – in cinque Stati membri, non è necessario consultare i legislatori – che hanno dovuto intervenire su un argomento politicamente delicato.
Da un lato, i “parsimoniosi” (Austria, Danimarca, Paesi Bassi, Svezia e Finlandia), culturalmente ostili al concetto di religione comune, e dall’altro, Polonia e Ungheria si oppongono all’attuazione. Piuttosto che un meccanismo che spingesse condizionalmente gli aiuti europei a rispettare lo stato di diritto, i pericoli di sottrarsi erano reali. Se solo uno di loro fallisce, allora l’intera struttura del piano di risanamento, che era stata così dolorosamente stabilita, crolla.
Un esercizio che deve rimanere “eccezionale”
Lo svolgimento di elezioni parlamentari (non pianificate) nei Paesi Bassi a metà marzo ha suscitato preoccupazione a Bruxelles, ma la rielezione del primo ministro Mark Rutte è stata rapidamente rassicurante. In Germania, la sospensione del processo di ratifica da parte della Corte costituzionale il 26 marzo, a seguito di un breve ricorso contro l’inedito meccanismo del debito congiunto, è stata alla fine di breve durata.
Quanto alla Finlandia, dove la ratifica del piano di rilancio europeo ha richiesto una maggioranza qualificata di due terzi, ha finalmente dato il via libera. Specificando che questo esercizio dovrebbe rimanere Eccezionale” Non sarà un file “ex”. Va detto che il giorno prima del voto di Helsinki, Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, ha parlato al Parlamento europeo della possibilità di “strumento permanente” Dal debito comune…
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