Tre partite e tre vittorie con il modo. L’idilliaco debutto dell’Italia a Euro 2021 ricorda a tutti che la nazione con i quattro titoli mondiali è tornata in primo piano.
Lontano dai favoriti che sono Francia, Germania o Inghilterra prima della gara, la squadra di Roberto Mancini ha ridistribuito le carte. Ma ora fa davvero parte di questo circolo ristretto? Franceinfo: lo sport ti risponde.
Invincibilità, gioco offensivo, squadra giovane… Sì, l’Italia è favorita
Per trovare l’ultima sconfitta dell’Italia in una partita ufficiale, bisogna tornare al 10 settembre 2018. Roberto Mancini arriva sulla panchina della Squadra Azzurra dal 14 maggio, in sostituzione di Luigi Di Biagio, provvisoriamente in panchina dopo l’esonero di Gian Piero Ventura dopo la non qualificazione della selezione per la Coppa del Mondo in Russia. I dirigenti stanno invecchiando ei risultati indegni del suo glorioso passato di troppi anni. Con l’ex allenatore del Manchester City gli inizi sono difficili. Sconfitta contro la Francia (3-1) e vittoria di misura contro l’Arabia Saudita (2-1). Il percorso è lungo.
Ma con una nuova generazione di giocatori capitanata da Gianluigi Donnarumma, Manuel Locatelli o Nicolo Barella e truffati dal duo Bonucci-Chiellini, ha incatenato velocemente i successi. La sconfitta in Portogallo segna l’inizio di una serie, ancora in corso, di trenta partite senza sconfitte ed eguaglia così il record della Squadra di Vittorio Pozzo tra il 1935 e il 1939. Anche senza i suoi otto giocatori, domenica 20 giugno, contro il Galles , i compagni di squadra di Marco Verratti se ne sono andati con una vittoria. Ancora più forti, nelle ultime undici partite, hanno avuto solo successo, segnando 32 gol senza subirne uno.
30 – L’Italia ha segnato la migliore striscia di imbattibilità della sua storia: 30 partite consecutive di imbattibilità tra il 1935 e il 1939 sotto Vittorio Pozzo. Invincibile. #EURO2020 pic.twitter.com/ydjAVcgGcB
-OptaJean (@OptaJean) 20 giugno 2021
Perché la forza di questa squadra è anche la sua animazione offensiva. Grazie ai suoi centrocampisti Barella, Locatelli, Jorginho o Verratti, il gioco in transizione sta andando alla perfezione e ali come Domenico Berardi, Federico Bernardeschi o anche Lorenzo Insigne si stanno divertendo proprio come Ciro Immobile davanti. L’Italia va veloce, troppo veloce per gli avversari quando, alle spalle, la vecchia guardia della Juventus sta a guardare.
Mancanza di avversità, di esperienza… No, l’Italia non è una delle preferite
Questa striscia continua di 30 partite senza sconfitte è impressionante. Ma per la qualità dei suoi avversari, possiamo tornare. A parte il pareggio contro il Portogallo nel novembre 2018, gli uomini di Roberto Mancini non hanno giocato contro squadre che figurano nella top 10 del ranking FIFA (Bosnia-Erzegovina, Moldavia, Estonia, Liechtenstein, Finlandia…). E la squadra più forte incontrata sulla carta, i Paesi Bassi, aveva visto il loro guru Ronald Koeman lasciarli pochi mesi prima dopo due anni di raddrizzamento del calcio oranje.
La fiducia c’è ma è difficile giudicare davvero l’Italia sui suoi risultati. Perché è così anche per i suoi giocatori. Tranne Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini che l’hanno già fatto conosciuto Di altissimo livello, sono in pochi a potersi vantare di aver giocato la finale di Champions League, di averla vinta o solo di aver partecipato ad una sola partita di questa competizione.
È il caso del centrocampista twirling Manuel Locatelli che da due stagioni gioca nel Sassuolo dopo tre anni al Milan. Barella non gioca mai in Champions con l’Inter da due anni, mentre Marco Verratti è (quasi) in campo quando il PSG passa ai quarti di finale. Le sue apparizioni sono poi ridotte a una pelle di dolore.
Che dire anche di Lorenzo Insigne o Ciro Immobile, brillanti in campionato ma non sufficientemente decisivi in Champions League per permettere alla loro squadra di passare le galline o addirittura gli ottavi oi quarti di finale? Il vero barometro deve ancora essere stabilito. E solo allora l’Italia conoscerà il suo vero posto nello scacchiere europeo.
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