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Il governo Meloni ‘dimostra incapacità’ di cogliere ‘opportunità’, afferma un deputato – EURACTIV News

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L’attuazione del Recovery Plan italiano sarebbe ritardata dal governo di Giorgia Meloni, che sta cercando di risolvere l’eterno problema della spesa da parte della pubblica amministrazione dei fondi europei. Lo ha detto a EURACTIV Italia il deputato Piero De Luca (Partito Democratico, gruppo dei Socialisti & Democratici Europei).

La Commissione Europea ha recentemente preso atto del rallentamento nell’attuazione da parte dell’Italia del Piano Nazionale di Ripresa (PNR), ma ha dato una valutazione complessivamente positiva e ha concesso al governo un mese aggiuntivo per raggiungere gli obiettivi necessari allo sblocco della terza tranche del fondo da 19 miliardi di euro.

“Le difficoltà del governo sono evidenti. La destra mostra la sua totale incapacità di gestire un’occasione storica, un’opportunità di crescita e sviluppo senza precedenti, ottenuta grazie in particolare all’impegno di democratici e progressisti”. ha spiegato De Luca a EURACTIV Italia.

Il Piano Nazionale di Ripresa comprende 358 misure finanziate con 191,5 miliardi di Next Generation EU, più 30,6 miliardi di fondo aggiuntivo, prelevati dalle casse dello Stato.

“Le scelte tecniche fatte finora, come l’accentramento a Palazzo Chigi [le siège du gouvernement] coordinamento, non solo politico ma anche tecnico, operativo e gestionale, sono sbagliati perché rischiano di creare un imbuto che seppellirà definitivamente il piano”, ha sottolineato l’ing. De Luca.

Lo ha chiarito il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto (FdI/CRE). “certe azioni” non può essere attuato entro il 30 giugno 2026 e richiesto per il raggiungimento “un’attenta valutazione per capire come recuperare le risorse”.

Poco dopo queste dichiarazioni, il capogruppo della Lega (Gruppo Identità e Democrazia al Parlamento europeo) alla Camera, Riccardo Molinari, ha acceso una polemica dichiarando che“è meglio non spendere i soldi [du PNR] piuttosto che spenderlo sconsideratamente”.

Ne è convinto il leader della Lega Matteo Salvini, esponente della coalizione di governo “L’Italia la spenderebbe nel modo giusto”, ma che sarebbe necessario “deviare” parte dei fondi verso altri progetti.

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Di fronte a questo “confusione politica” — nelle parole di De Luca — il Pd ha chiesto un’operazione di trasparenza e una discussione in parlamento sulla “vere intenzioni” del governo in merito al PNR.

Il signor Fitto ha risposto a questa richiesta: “Non c’è alcuna difficoltà a farlo e, soprattutto, lo vediamo come un’ottima occasione di confronto per approfondire e chiarire la sostanza delle questioni”.

A seguito di un recente incontro a Roma con il Commissario europeo per il Bilancio e l’amministrazione, Johannes Hahn, Fitto ha anche sottolineato la necessità di “l’Unione Europea ad utilizzare la massima flessibilità nell’utilizzo delle risorse disponibili, alla luce degli sviluppi del contesto internazionale ed economico”.

Su indicazione della Commissione Europea, che aveva rilevato l’inadeguatezza della pubblica amministrazione all’attuazione del PNR, il governo italiano ha lavorato ad un decreto per il rafforzamento organizzativo della pubblica amministrazione e della capacità amministrativa degli enti locali attraverso nuove assunzioni.

“Dopo diversi annunci, il governo ha adottato un provvedimento che prevede nuove assunzioni nella pubblica amministrazione. Un passo che va indubbiamente nella direzione che avevamo indicato anche noi”, ha commentato il signor De Luca.

“Le carenze strutturali di personale nella pubblica amministrazione nazionale e locale sono evidenti e creano difficoltà nella pianificazione e nella spesa dei fondi del PNR”ha aggiunto il deputato, sottolineando che il governo dovrebbe avere più coraggio e intervenire, soprattutto nel sud Italia.

“Un piano di lavoro di almeno 300.000 unità nei prossimi anni, solo al Sud, è fondamentale per trasformare e innovare la nostra macchina amministrativa”, disse Piero De Luca. “Il piano non è a disposizione di un solo esecutivo, ma è patrimonio di tutto il Paese. Ed è decisivo, soprattutto per il Sud, a cui è destinato il 40% delle risorse (del PNR)”, Ha aggiunto.

[Édité par Anne-Sophie Gayet]

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