I sette programmi di ricerca che “gestisce” stanno esaurendo il loro potenziale (foto: EFORIA OF MARINE ANTIQUITIES / G. ISSARIS).
Tra pochi giorni, e più precisamente martedì 1 giugno, il relitto dell’antica nave Peristera sarà aperto ad Alonissos alla comunità subacquea, secondo il Ministero della Cultura. Peristera è il primo sito archeologico sottomarino in Grecia. È stato inaugurato lo scorso anno e quest’anno è il secondo anno di riapertura sperimentale e, se tutto andrà bene, sarà un modello per l’apertura di altri siti archeologici simili sott’acqua. Come previsto, l ‘“apertura” politica agli antichi naufragi e quindi a questo tipo di turismo ha suscitato l’interesse per lo sviluppo di progetti di ricerca e cooperazione che vedano i tesori dei fondali più “distorti”. Tuttavia, sembra che anche questi non possano sempre raggiungere il fondo dei naufragi a causa della mancanza di personale in superficie. Questo sembra essere il problema che spinge un progetto di ricerca, con un budget di 800.000 euro, a essere rifiutato dalla Segreteria per la Ricerca e l’Innovazione. Questo è il progetto “i-mare ArchaeoGame”, che mira a sviluppare un gioco elettronico 3D – una simulazione di esplorazione subacquea nei relitti di quattro navi sul fondo del mare greco: Pavlopetri in Laconia, “Sunken State” a Palea Epidavros, antica Peristera naufragio e relitto La moderna nave “Christoforos” a Skopelos.
La preparazione per la presentazione del progetto nel programma “Research-Create-Innovate” (NSRF 2014-20) è iniziata nel 2019 e, dopo varie fasi, “i-mare” ha raggiunto una fase prima della sua approvazione finale. I partner del progetto sono il CERTH Research Center di Salonicco, il Dipartimento di Topografia dell’Università Aristotele di Salonicco, l’Ephorate of Underwater Antiquities e due società private, lo Skopelos Dive Center e la società di software ArxNet. Tuttavia, mentre gli organismi cooperanti dovevano inviare alcuni documenti ufficiali per l’approvazione finale, l’Ephorate of Marine Antiquities ha deciso di ritirarsi dalla partnership. Tuttavia, in questa fase, non è possibile creare partner alternativi, quindi il progetto rischia di perdersi. Alla domanda sulla CEE, la direttrice del servizio (sia al Museo bizantino che a quello cristiano), Katerina Delaporta, ha risposto che Efourat sta partecipando ad altri sette programmi (alcuni dei quali hanno lo stesso tema) e che il personale permanente non è sufficiente per coprire i requisiti di tutti i progetti e il funzionamento quotidiano del risparmio.
E perché tutto questo ci riguarda? Da un lato, perché ci lamentiamo di soldi che non vengono assorbiti e non capiamo come e perché. D’altra parte, ci chiediamo se i servizi chiamati ad accoglierlo abbiano la capacità di farlo?