Claudio Dorigon, membro del governo italiano di Mario Draghi, si è dimesso giovedì 26 agosto, dopo aver suscitato polemiche per la sua volontà di dare a un parco pubblico il nome del fratello di Mussolini.
“Ho deciso di dimettermi”.Ha scritto in una lettera aperta rilanciata dai media il Ministro di Stato per l’Economia e le Finanze, che ammette di impegnarsi ” errori “ Ha detto a se stesso “Pronto a pagare”. “Non sono fascista e non lo sono mai stato”, difende il signor Durigon.
Da tre settimane questo credente è tra i seguaci di Matteo Salvini, il cui partito di estrema destra, la Lega, che fa parte dell’ampia coalizione guidata da Draghi, è stato oggetto di chiamate alle dimissioni perché voleva arrendersi in un parco. A Latina, località balneare vicino Roma è suo vice, nome del fratello del Duce, Arnaldo Mussolini.
Un putiferio anche nelle file della Lega
La polemica sull’opportunità di rinominare un parco dedicato ai giudici siciliani Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, assassinati dalla mafia, per dargli il nome di Arnaldo Mussolini (1885-1931), ha acceso sia a destra che a sinistra. Sulla destra. , e anche nelle file della Lega.
La parte moderata della Lega in realtà disprezza il tipo di propaganda clamorosa che flirta con il fascismo e mina gli sforzi di demonizzazione del partito. Il signor Salvini da parte sua si è diviso giovedì sera in onore del signor Durigon, che “Ha lasciato il posto per amore dell’Italia e della Lega”.
Claudio Dorigon, 49 anni, è nato a Latina, nel cuore delle ex paludi pontine, una zona paludosa sessanta chilometri a sud della Roma migliorata in epoca fascista. I suoi nonni erano tra i tanti braccianti agricoli poveri del Veneto (nord-est) che vi venivano portati per partecipare alla bonifica e poi allo sfruttamento della terra. L’epopea della bonifica dell’Agro Pontino fu glorificata dal fascismo, che gode ancora di una buona immagine presso una parte della popolazione di questa regione.
Durigon è stato eletto deputato al Parlamento nel 2018 ed è stato nominato Ministro di Stato per gli Affari Sociali nel governo di Giuseppe Conte, che ha guidato un’alleanza tra il Movimento 5 Stelle e la Lega, prima di unirsi a Draghi.