Pesa ciascuna delle sue parole questo venerdì, 15 settembre. Nathalie Appéré, sindaco socialista di Rennes, ritiene che prendere posizione sull’immigrazione le procurerà più critiche che complimenti. Ribellato dai discorsi di “sommersione migratoria” sviluppatasi nella destra e nell’estrema destra in reazione all’arrivo di migliaia di persone sull’isola di Lampedusa in Italia, a partire dall’11 settembre, e all’alba dei dibattiti sulla legge “immigrazione” in Parlamento, si infastidisce: “Dobbiamo decostruire queste disastrose mistificazioni. La Francia accoglie meno migranti di molti paesi e ha i mezzi per farlo con dignità. »
Da diversi mesi l’assessore sta cercando di mobilitarsi su questo tema quale “prende nelle viscere” : “Non accetto di vedere bambini che dormono per strada. Questi ragazzi non sono statistiche, ma volti che conosco. Parlo quindi con la legittimità di sindaco di una città che, come altre, è alla fine della catena di un sistema di accoglienza dei migranti disfunzionale e indegno. »
Dall’inizio della sua carriera politica nel 2001 come vicesindaco di Rennes, ha dovuto affrontare l’esplosione delle difficoltà nell’accogliere i richiedenti asilo che arrivano nella capitale bretone. Il problema è addirittura diventato quello che alimenta maggiormente il circolo vizioso che mantiene con i suoi colleghi più stretti. Sebbene il numero di alloggi di emergenza continui ad aumentare nell’Ille-et-Vilaine, meno del 20% delle richieste di rifugio da parte di persone vaganti, principalmente migranti, viene soddisfatta.
“Chiama aria”
La città di Rennes ha però preso l’abitudine di supplire alle carenze dello Stato. Ogni sera il comune ospita più di mille richiedenti asilo in alberghi o edifici pubblici. Una scelta politica che costa alla comunità quasi 4 milioni di euro ogni anno, e che sta raggiungendo i suoi limiti. Nell’ottobre 2022, mentre le associazioni che sostengono i richiedenti asilo aprivano squat in città e gruppi di genitori requisivano le scuole per ospitare le famiglie per strada, MMe Appéré riconobbe: “Non possiamo più farlo. » Con altri sindaci ha ricordato allo Stato le sue responsabilità. Dopo molti negoziati, il governo ha finalmente stanziato risorse sufficienti per calmare la situazione a Rennes e altrove.
Con l’avvicinarsi di un nuovo inverno, la tensione ricomincia a salire. Il 13 settembre il consigliere ha presentato ricorso al tribunale amministrativo per un procedimento sommario per l’evacuazione di un campo di migranti allestito in un parco. La metà delle circa 200 persone sono state ricollocate. Gli altri hanno spostato le loro tende in un altro giardino pubblico… Nei corridoi della prefettura di Ille-et-Vilaine, molti notano, con tono di rimprovero, “il richiamo dell’aria” causato dall’azione politica del socialista. Questi ultimi concorsi: “Se non ci riusciamo, non è perché ci sto provando troppo. È perché gli altri non fanno abbastanza. A livello locale ho alcune chiavi d’azione, ma quelle più importanti non sono a mia disposizione. »
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