Nancy Pelosi ha preso la comunione durante una messa presieduta da papa Francesco, nella Basilica di San Pietro, in Vaticano, mercoledì 29 giugno. Questo evento eminentemente privato ha assunto immediatamente una dimensione politica, cinque giorni dopo l’abolizione del diritto costituzionale all’aborto decisa dalla Corte Suprema negli Stati Uniti. Perché Salvatore Cordileone, vescovo di San Francisco, città del distretto in cui è eletta, ha proibito ai sacerdoti della sua diocesi di concedere l’Eucaristia al presidente democratico e cattolico della Camera dei rappresentanti, in quanto sostiene il diritto di donne di interrompere la gravidanza.
Dall’elezione di Joe Biden – anche lui cattolico – alla Casa Bianca, la questione se debbano rifiutare la comunione a funzionari eletti pro-aborto ha agitato i vescovi americani. Tanto che il Vaticano è intervenuto per frenare l’ardore punitivo dei più conservatori tra loro.
L’eletto americano, in vacanza in Italia, ha partecipato in una piazza VIP alla messa durante la quale il papa argentino ha presentato il pallio (ornamento liturgico) agli arcivescovi di nuova nomina. Non ha ricevuto l’Eucaristia dalle mani di Francesco, che già in Argentina evitava di donarla lui stesso per troncare ogni ricupero politico, ma da uno dei tanti sacerdoti presenti, tra gli altri fedeli. Quella stessa mattina Nancy Pelosi aveva incontrato il pontefice e da lui aveva ricevuto una benedizione.
Questa doppia attenzione – l’incontro poi la messa – somiglia fortemente a un disconoscimento per la proscrizione inflitta al Democratico da M.gr Cordileone. Nella lettera con cui l’aveva reso pubblico, l’arcivescovo di San Francisco lo aveva avanzato “il grave male che commette, lo scandalo che provoca, il pericolo che corre per la propria anima”, di vietare la comunione se non avesse rinunciato a difendere il diritto all’aborto. Quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ribaltato Roe contro Wade dal 1973, Mme Pelosi ha denunciato una decisione “scandaloso e straziante”.
L’ala conservatrice dell’episcopato americano
Dopo l’elezione di Joe Biden, la potente ala conservatrice dell’episcopato americano aveva voluto che la conferenza episcopale, l’USCCB, adottasse una dichiarazione congiunta che avrebbe consentito un divieto generale di comunione per le elette sostenitrici della libertà di scelta delle donne, presidente compreso. Luis Ladaria Ferrer, prefetto della congregazione per la dottrina della fede, in Vaticano, aveva scritto loro nel maggio 2021 per chiedere loro di riconsiderare la bozza del loro testo. “Una tale politica, data la sua natura potenzialmente controversa, potrebbe ritorcersi contro e diventare una fonte di divisione piuttosto che di unità” nella Chiesa degli Stati Uniti, scrisse.
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