Schermata di Twitter
CICLISMO – Una vittoria clamorosa quando l’immagine è finita. Tutto sorride al Giro ad Arnaud Démare, vincitore per la seconda volta in due giorni, questo giovedì 12 maggio a Scalea, vincendo la sesta tappa dopo una corsa straordinariamente veloce.
Il francese ha dovuto attendere pochi istanti per confermare il suo successo, il settimo della sua carriera al Giro d’Italia. La conclusione della foto è stata essenziale per una decisione tra il Team Picard di Groupama-FDJ e l’australiano Caleb Ewan, che è arrivato all’estremo, un buco nel cuore, sulla linea.
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“La gente tende a sottovalutare le mie capacità, ma questa è la mia 86esima vittoria”, ha detto DeMarie, che ha dovuto aspettare il Giro per aprire il suo metro per l’anno dopo l’inizio della stagione assente dalle battute d’arresto e problemi di salute che hanno colpito vari elementi del suo ‘treno’.
Al Giro, Démare nella classifica dei successi di tappa ha superato due leggende del ciclismo francese, ex vincitori della gara rosa, Jacques Antel e Bernard Hinault (6 tappe).
Rosa, che partiva davanti a … 169 chilometri dal traguardo, è stata tenuta a distanza da un gruppo guidato dai compagni Tre Moschettieri che avrebbero preso i primi posti, Demir, Ewan e il britannico Mark Cavendish. Ma, sui lunghi rettilinei che costeggiano la Costa Terrenica, il risultato è stato inevitabile: l’italiano, secondo al Giro di Lombardia 2016, è stato beccato al via degli ultimi 30 chilometri, ben prima della gara.
‘Ho vinto lanciando una bicicletta’ –
“Abbiamo fatto un bel treno, ma il Cavendish ci ha portato a 500 metri e sento di avere un ritardo e farà caldo”, ha spiegato il vincitore della giornata. “Sapevo che Cavendish avrebbe tenuto la porta chiusa a sinistra, quindi ho svoltato a destra. Alla fine ho corso i 100 metri e ho vinto il lancio della moto. In quel momento, penso di essere davanti, ma quando vedo il fine del quadro…”
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Al termine della gara, lo spagnolo Juan Pedro Lopez (Trek) ha mantenuto la maglia rosa di leader conquistata martedì all’Etna.
Venerdì, pugili e alpinisti trovano terreno favorevole nella settima tappa dell’estenuante percorso di 196 chilometri tra Diamante e Potenza. Sono elencate quattro salite tra la costa calabrese e la provincia della Basilicata, l’ex Lucanía, dove l’accesso è giudicato in cima ad un muretto (350 metri 8%).
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