Il Lombardia studia un nuovo confinamento. Domani, sul tavolo del governatore Attilio Fontana, ci sarà una misura per bloccare la regione. I 3.570 contagi in più registrati ieri, compreso il 2023 in provincia di Milano, impongono contromisure drastiche: il coprifuoco dalle 23 alle 5, liceali a casa, centri commerciali chiusi nei fine settimana -fine non sono sufficienti per arginare una seconda ondata del feroce virus. Il reparto di pneumologia di Sacco ha lanciato l’allarme: “In ventiquattr’ore abbiamo finito i letti. Siamo di fronte a una situazione sempre più allarmante ”. Da qui la pressione necessaria.
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ZONA ROSSA
Il documento è in corso di revisione da giorni. Il presidente Fontana sta dialogando con le organizzazioni professionali, a cominciare da Assolombarda che riunisce le aziende, per stabilire quale parte produttiva può continuare ad operare. L’intenzione sarebbe quella di chiudere le attività ritenute non essenziali. Per il resto tutti a casa. “La situazione sta chiaramente peggiorando. Forse più velocemente di quanto il meno ottimista di noi, il meno riduzionista potrebbe pensare. A breve occorrono interventi davvero efficaci ”avverte il direttore del reparto malattie infettive del Sacco Massimo Galli. Stiamo lavorando di nuovo in ospedale a ritmi serrati. Purtroppo, viste le tendenze, era prevedibile. Ma ora dobbiamo andare avanti e fare tutto il possibile per invertire la tendenza. La situazione si fa davvero difficile, soprattutto a Milano. Chi non può uscire e limitare i contatti sociali a quanto strettamente necessario. Proteggiamo gli anziani dal Covid-19 ”.
Ieri il rapporto tra infezioni e campioni prelevati ha raggiunto il 16,7%, i pazienti in terapia intensiva sono scesi a 242 (+11) e i ricoveri per Covid a 2459 (+133). Ci sono stati diciassette morti. La progressione è inarrestabile e Milano è al centro dell’attenzione, tanto che una settimana fa il sindaco Giuseppe Sala era pronto a dichiarare la città zona rossa. Armatura completa, non entri o esci, nel tentativo di arginare il contagio. Ma essendo il provvedimento rimasto nel cassetto, il sindaco ha preferito attendere il decreto della Regione per evitare conflitti. Che ora è pronto per una preclusione totale, necessaria in termini di salute anche se costosa dal punto di vista economico. Ieri ristoratori, gestori di bar e pub, costretti ad abbassare le tapparelle, hanno manifestato a pochi passi dalla prefettura di Milano, mentre un rapporto di Assolombarda mostra che tra aprile e giugno in Lombardia si contano più di 210.000 assunzioni in meno rispetto al 2019 Ora però la priorità è la pressione su ospedali ed emergenze: se ieri gli interventi per motivi respiratori e infettivi erano 325 tra Milano e Monza, la prima settimana di agosto oscillavano tra gli 80 e 95. Più che triplicato quindi.
DOLCE SCELTA A BOLZANO
A livello nazionale i nuovi casi di Covid scendono a 17.012, ma cala anche il numero di tamponi, 40mila in meno rispetto a domenica. La percentuale di positivi sui test effettuati è di circa il 13,6%, purtroppo le vittime sono in più 141. Nel Lazio i ricoveri superano la quota massima della prima ondata, 1599 pazienti in terapia non intensiva tra settembre e ottobre contro i 1468 del periodo marzo-giugno, ieri su circa 19mila tamponi infetti erano 1698, di cui 864 a Roma, e 16 Morte. Cresce anche il numero dei posti letto occupati in terapia intensiva: 123 su 227 disponibili, e quelli per ricoverati, 1191 su 1.500. Intanto regioni e province a statuto speciale stanno rivedendo al ribasso le misure anti-Covid presa dal governo. In Trentino Alto Adige, con quattro morti e 434 nuovi positivi, la chiusura anticipata dei bar è alle 20 e dei ristoranti alle 22, le sale cinematografiche aprono e danno il via agli eventi fino al 200 persone. E impianti sciistici funzionali.
Ultimo aggiornamento: 01:14
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