RINUNCIA – L’immigrazione non compensa l’aumento storico della mortalità, né il forte calo della natalità.
Quattro anziani intorno a un bambino, che presto diventerà un bambino obeso. L’immagine non è più quella della famiglia cinese, ma dell’Italia, in un Paese che dal 2015 ha perso tra le 100.000 e le 175.000 persone ogni anno (nel 2019), nonostante un saldo migratorio positivo. Dal 2018 una popolazione è scesa sotto i 60 milioni, a 59,6 milioni a fine 2019. Se i dati per il 2020 non sono ancora noti, ci aspettiamo già un’emorragia storica: “Una stima ragionevole fa pensare che quest’anno l’Italia avrà più di 700mila morti, contro i 647mila del 2019, ovvero tanti come nel 1944 nel pieno della guerra mondiale”, ha rilasciato Gian Carlo Blangiardo, direttore dell’Istat, a margine della presentazione del suo censimento 2018-2019. Questo numero non sorprende perché l’Italia, con oltre 66mila morti per Covid, è il Paese in Europa che, ad oggi, ha il maggior numero di vittime del virus. Più preoccupante, invece, l’accelerazione del calo delle nascite: “Per
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