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In Italia il Vaticano si oppone alla “legge Zan” sulla discriminazione

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Palazzo Borromeo, elegante palazzo rinascimentale situato sulla via Flaminia, a pochi chilometri dal cuore politico di Roma, è uno dei luoghi di potere più strani della città. A partire dagli Accordi Lateranensi (1929), che normalizzarono i rapporti tra la Santa Sede e lo Stato italiano, ha ospitato l’Ambasciata d’Italia in Vaticano. Tuttavia, se i rapporti molto atipici tra questi due Stati sono intensi e complessi, sono anche caratterizzati da una grande discrezione.

Per questo la diffusione sulla stampa della “nota verbale” che il cardinale Paul Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati, vi ha depositato il 17 giugno ha avuto l’effetto di un’esplosione. Certo, la firma del capo della diplomazia vaticana non compare su questo testo di due pagine, ma porta ancora il sigillo della Santa Sede. Inoltre, le avvertenze in esso contenute sulla legge contro l’omofobia, la transfobia, la misoginia e le discriminazioni nei confronti dei disabili (denominata anche “legge Zan”, dal nome del relatore del testo), attualmente in discussione in Parlamento, sono redatte in modo assolutamente cortese maniera, ma la posizione espressa dal Vaticano è comunque molto ferma.

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In questo testo, la diplomazia vaticana ingiunge agli estensori della “legge Zan” di “Trova un’altra modulazione”, in modo da “Continuare a garantire il rispetto degli accordi Lateranensi”. Insomma: violando potenzialmente la libertà di espressione, la legge in discussione metterebbe a repentaglio uno dei principi fondanti del concordato che regola i rapporti tra la Chiesa cattolica e lo Stato italiano.

“Il Vaticano ha sbagliato”

Non contento di esprimersi sul piano giuridico, il documento mostra anche una forte posizione teologica sulla nozione di “Differenza sessuale”, considerato derivato “Della rivelazione divina”, e che quindi non può essere rimesso in discussione. Questo punto di vista – lungi dall’essere unanime all’interno della Chiesa – porta con sé la contestazione delle nozioni di genere e identità sessuale, esse stesse centrali nel disegno di legge in discussione. Il Vaticano teme quindi che l’adozione della “legge Zan” così com’è impedisca la libera espressione di questa posizione.

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Dalla tribuna del Senato, il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, ha ricordato con fermezza, mercoledì 23 giugno, che l’Italia “È uno Stato laico e aconfessionale”, evidenziando l’esistenza di numerosi controlli costituzionali, che dovrebbero essere tali da placare le preoccupazioni espresse dal Vaticano.

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