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In Italia Marine Le Pen sceglie Salvini e prende le distanze dalla Meloni

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In Italia Marine Le Pen sceglie Salvini e prende le distanze dalla Meloni
Marine Le Pen e il vicepresidente del Consiglio dei ministri e segretario federale della Lega, Matteo Salvini, a Pontida (Italia), 17 settembre 2023.

Un nazionalista tra gli autonomisti. Domenica 17 settembre, ai piedi delle Alpi Orobie, Marine Le Pen si è immersa per qualche ora nel folklore leghista, con il suo amico e alleato Matteo Salvini, il capo del partito transalpino di estrema destra della Lega. Dopo il loro incontro congiunto, nel 2019, a Milano, il leader del Rally Nazionale (RN) è stato ospite d’onore del “Raduno di Pontida”, una prima volta per il leader di un partito straniero. Considerarlo un semplice incontro significherebbe non cogliere il punto. Musica peplo, bandiere regionali giganti a decine, annunciatore dello stadio di calcio, 50.000 persone nelle giornate brutte, come quest’anno. Un evento come non fa più la Rn e al quale Umberto Bossi, fondatore del movimento italiano, ha voluto ispirarsi alla Giornata mondiale della gioventù. Dal 1990 gli autobus si riversano dai bastioni della Lega Nord in questa landa desolata vicino a Bergamo.

Pontida, terra santa degli autonomi settentrionali: qui si sarebbe concluso, nel XIIe secolo, il patto della Lega bergamasca, che univa le città determinate a combattere contro il Sacro Romano Impero. Qualche vecchio padano in camicia verde non se ne è lasciato scappare uno: la Padania è la regione, grossomodo corrispondente alla Pianura Padana, vagheggiata dai regionalisti del Nord. Due nemici sono meglio condivisi: il comunismo e il Sud Italia, che trarrebbero troppi benefici dai trasferimenti di denaro facilitati da un potere centrale romano descritto come incapace. Per tutta la mattina si susseguono discorsi di denuncia “assistenza”immigrazione “incontrollato”della droga o della burocrazia, ma soprattutto rivendicare un’Italia federale, dando potere agli esecutivi regionali.

L’onore conferito a Marine Le Pen ha offeso alcuni dirigenti testardi della Lega, soprattutto in Veneto, l’altra sua roccaforte. Infuriati per l’invito di un personaggio ai loro occhi troppo estremista – loro che partecipano però a una coalizione guidata dal partito postfascista di Giorgia Meloni –, alcuni hanno tenuto il broncio, nonostante le intimidazioni di Matteo Salvini, e hanno saltato l’incontro .tu di Pontida. Tra due selfie con gli attivisti, il presidente del Veneto, Luca Zaia, manifesta al Mondo con moderato entusiasmo: “Le nostre porte sono aperte a tutti, soprattutto al partito degli attivisti… Sapete, abbiamo ricevuto una buona accoglienza [l’ancien leader du Parti démocrate] Massimo D’Alema, che era all’estremità opposta dello spettro politico. Siamo autonomi. Il resto non mi interessa. »

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Una incongruenza politica

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