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In Italia per tre giorni Greta alle prese con i “blablabla” dei paesi sviluppati

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In Italia per tre giorni Greta alle prese con i “blablabla” dei paesi sviluppati

Giovedì scorso, quattrocento giovani dai 15 ai 29 anni, provenienti da tutto il mondo e selezionati dall’ONU, si sono dati appuntamento a Milano per discutere dell’emergenza climatica e dei mezzi per costruire un futuro migliore. Sarebbero 50.000 per aver poi sfilato nel capoluogo lombardo nell’ambito degli scioperi studenteschi per il clima (I venerdì del futuro).

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Foto: Greta Thunberg alla guida della processione Youth4Climate – “Fa più fresco all’inferno […] non esiste un pianeta B! “| © LeSoir

La permanenza in Italia della leader di Youth4Climate Greta Thunberg è stata tanto breve quanto intensa. A un mese dall’attesissima COP 26 di Glasgow, una parte della gioventù mondiale si interroga, manifesta e chiede profondi cambiamenti strutturali, un nuovo modello di società.

Armati dei loro segni anneriti di ” Grazie Greta “O” come osi ! “(“Come osi”), 400 giovani hanno discusso e manifestato insieme per tre giorni a Milano. Erano africani, asiatici, europei e mediorientali, e tutti erano felici di riunirsi in strada attorno a una causa che sta loro particolarmente a cuore, per far aspettare la loro voce. Il loro desiderio: “riportare l’attenzione sul problema della crisi climatica”, nelle parole di Maria, attivista italiana di 15 anni intervistata dall’Afp.

I giovani di tutto il mondo chiamati a resistere all’inerzia del governo

Considerando i giovani manifestanti come un’avanguardia, António Guterres li ha esortati a non scoraggiarsi per l’inerzia del governo. Per il Segretario generale delle Nazioni Unite, “I giovani sono stati in prima linea nel fornire soluzioni positive, chiedendo giustizia climatica e chiedendo conto ai leader. Abbiamo bisogno che i giovani di tutto il mondo continuino a far sentire la loro voce. ”

La pandemia e il cambiamento climatico hanno contribuito ad accelerare l’impoverimento di milioni di persone in tutto il mondo, e per l’attivista Greta Thunberg, ma anche per Mario Draghi, sta diventando più che urgente agire in modo rapido ed efficace. Il capo del governo italiano ha anche aggiunto che spetta agli Stati più sviluppati “contenere l’aggravarsi del cambiamento climatico intorno a 1,5 gradi” ma anche collaborare con le nazioni meno avanzate alla costruzione di un modello di società sostenibile e soprattutto per le generazioni future. Ciò passerebbe attraverso un prestito a fondo perduto di 100 miliardi in particolare.

Vediamo oltre le loro bugie, il loro bla-bla-bla, e ne abbiamo abbastanza.

Rispondendo alle ammonizioni dell’attivista svedese, Mario Draghi ha ammesso che “a volte il ‘bla-bla-bla’ [était] l’unico modo [les gouvernements avaient] nascondere [leur] incapacità di agire. Tuttavia, quando tali trasformazioni prendono forma, c’è un reale bisogno di convincere le persone; spiegano che un numero come l’aumento di 1,5 gradi non è artefatto ma scienza, questo è quello che dobbiamo convincerli. “Eppure, per Draghi, l’emergenza ecologica non va spazzata via con un gesto della mano, è un lavoro a lungo ea lungo termine.

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