L’agente russo è partito dal centro di Roma con un cappello blu in testa. Ha preso la metro, linea B, in direzione sud, e si è fermato nel più discreto quartiere dell’EUR, non lontano dal Parc du Lac. Da lì, ha preso l’autobus per alcune fermate, prima di raggiungere il parcheggio accanto a un supermercato per trovare, in macchina, il comandante italiano della fregata Walter Biot. Quest’ultimo gli aveva appena consegnato una chiavetta USB su cui erano stati classificati documenti, in cambio di una busta contenente la somma di 5.000 euro, quando il controspionaggio italiano è intervenuto, arrestando i due uomini, colti in flagrante, nella serata di martedì 30 marzo.
Secondo l’agenzia di stampa italiana Adnkronos, che ha potuto ricostruire il corso degli eventi, è così che si è svolta l’operazione. Negli ultimi mesi i due uomini si sono incontrati regolarmente, seguendo inevitabilmente lo stesso rito; a parte questa sconsiderata ripetizione nello stesso posto, non mancherebbe nulla dal palcoscenico per apparire in un romanzo di John Le Carré.
L’ufficiale italiano è stato immediatamente detenuto nel carcere romano di Regina Cœli. Quanto al suo interlocutore russo, ha cercato prima di tutto di fuggire, prima di affermare il suo status di membro del corpo diplomatico e di tacere. A seguito del buon funzionamento dei suoi servizi di controspionaggio, il Ministero degli Esteri italiano ha annunciato misure insolitamente ferme, convocando immediatamente l’ambasciatore russo Sergei Razov presso la sede del ministero alla Farnesina., Per trasmettere a Mosca il “Protesta ferma” dall’Italia e comunica entro ventiquattr’ore l’espulsione del funzionario russo arrestato, nonché del suo superiore gerarchico.
Resta fermo agli occhi della NATO
Da parte sua, l’ambasciata russa a Roma si è limitata ad affermarlo “Spero che quanto accaduto non influenzi le nostre relazioni bilaterali”, mentre il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha espresso il suo desiderio “Che continuano i buoni rapporti tra Italia e Russia”, senza annunciare una risposta immediata.
In un comunicato alla stampa subito dopo l’annuncio dell’arresto, il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha fatto riferimento a “Atto ostile di estrema gravità”, usando termini insolitamente fermi, quando l’Italia non ha smesso, per anni, di risparmiare il più possibile la Russia.
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